Page 173 - La Massoneria Rivelata
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Massoneria rosso sangue
Fin dalle origini i numerosi nemici dipinsero la massoneria
come un’organizzazione criminale, ben organizzata e disposta,
per conseguire i suoi immondi fini, a compiere ogni delitto, in
primis l’omicidio. «Da fratelli armati di incendi, di isterminio e
di morte – si legge in un libro dell’Ottocento – nasce l’anarchia,
la quale non ha altro fine di trascinare dietro di sé col ferro e col
fuoco l’uomo allo stato selvaggio». Si accreditò così la leggenda
nera degli assassini dei Figli della Vedova, ai quali una certa
opinione pubblica attribuì di volta in volta tutti i crimini rimasti
impuniti, oppure la regia di quelli particolarmente celebri.
Il mito divenne così solido e diffuso che interessò anche la
letteratura, tanto che nel XIX secolo furono pubblicati numerosi
romanzi incentrati sui misfatti della setta. Uno dei più famosi e
divertenti è Lionello o delle società segrete (IV edizione Napoli
1863. Il libro narra le vicissitudini di un nobile ma sventurato
giovane che, per dabbenaggine e amore del diverso, si lascia
coinvolgere dalle società segrete; milita un po’ in tutte, vive mille
avventure, e alla fine chiede di essere iniziato alla più potente e
misteriosa di tutte le sette: «[…] avea file secretissime sparse in
Europa e di là dai mari, ed era più potente d’assai che il
Carbonarismo e la Giovane Italia, e di leggi meglio ordinate del
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