Page 175 - La Massoneria Rivelata
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delitto in delitto fino a quando giunge nelle Marche per uccidere
un pio vescovo. A questo punto il rimorso l’assale: «conosce
chiaramente che l’ira di Dio l’incalza, il rimorso lo divora e la
disperazione lo brucia vivo». È troppo. Mille fantasmi lo
assediano, un’angoscia continua lo perseguita, la vita diventa un
incubo e decide perciò di mettere fine alla sua sventurata
esistenza «istritolandosi il cranio con una terzetta a due canne».
Una conclusione doverosamente tragica per un romanzo di
successo, caratterizzato da una buona tecnica narrativa,
supportata dal ritmo incalzante e da continui colpi di scena che
avevano per scenario l’intera Europa. La massoneria vi è dipinta
come un coacervo di nefandezze e di corruzione: la madre di
tutte le società segrete, di tutte le cospirazioni; i suoi caporioni
sono raffigurati come delinquenti comuni, pronti a vessare il
popolo con ruberie e grassazioni. Non manca nemmeno l’accusa
di pratiche demoniache e di culti satanici perpetrati all’interno
delle logge, giacché i massoni hanno «[…] per ultimo
sacramento il disdire a Cristo e l’adorare il demonio, e il
trasnaturarsi in lui».
Nel corso dell’Ottocento, però, la massoneria fu veramente
accusata a gran voce di un presunto omicidio. Teatro del
dramma è lo Stato di New York, il protagonista tale William
Morgan, giornalista spiantato e massone, iscritto alla loggia
Branche d’Olivier di Batavia. Costui, avendo dei dissapori con i
confratelli, lascia la “setta” e, forse per raggranellare un po’ di
soldi, decide di rivelarne i segreti pubblicando il libro
Freemasonry exposed and explained. Non l’avesse mai fatto! I
massoni decidono di fargliela pagare, e immediatamente
ordiscono un piano ben congegnato. Un maggiordomo di nome
Kinsley lo accusa di avergli rubato della biancheria e dei gioielli.
Morgan viene allora imprigionato, ma l’accusa è priva di
fondamento, e inoltre, come vendetta, appare davvero stupida.
In realtà, si tratta solo della prima parte del complotto; infatti
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