Page 118 - La Massoneria Rivelata
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Rachkovsky vi era l’intento di dimostrare, attraverso l’esistenza
di quella specie di manuale operativo – alla luce del quale
sarebbe apparso evidente il significato degli avvenimenti politici
dell’epoca, messi in moto dalle rivendicazioni liberali adottate di
concerto da alcuni Paesi europei, tra cui la Russia – che i
disordini cui si stava assistendo altro non fossero che gli
elementi di un piano ben orchestrato da giudei e massoni. Per la
salvezza della Russia, lo zar avrebbe dovuto esser messo al
corrente del complotto!
Il testo, affinché avesse un valore di rivelazione degli intrighi
scoperti grazie all’efficienza della sua polizia politica, sarebbe
dovuto pervenire allo zar attraverso canali riservati. Viene
incaricata di portare clandestinamente in Russia il misterioso
manoscritto Yuliana Dmitrievna Glinka, che tramite suo zio, il
generale Orzheyevsky, era stata raccomandata a Rachkovsky
come agente di collegamento alla corte dello zar, dove avrebbe
dovuto incontrarsi con la zarina Maria Alexandrovna, duchessa
di Edimburgo e duchessa di Sassonia-Coburgo-Gotha, oltre che
figlia di Maria Alexandrovna, principessa del granducato di
Assia e imperatrice consorte dello zar Alessandro II di Russia.
I Protocolli, in forma manoscritta, non perverranno mai allo
zar, e sembravano perduti per sempre nei meandri della
burocrazia russa quand’ecco che, nell’aprile 1902, ne esce una
recensione sulla rivista «Novoye Vriemia», un segnale che
comunque dovettero circolare, probabilmente in forma
riservata.
Successivamente i Protocolli avrebbero avuto una capillare e
inaspettata diffusione, non solo in Russia, dove verranno
pubblicati in due versioni diverse, dapprima in un’edizione
ridotta nel 1903 sul giornale «Znamia», poi in una versione
completa con ben due edizioni successive, nel 1905 e nel 1906, a
opera del monaco mistico itinerante Sergei Nilus, ma anche
all’estero.
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