Page 123 - La Massoneria Rivelata
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questione affermando: «è incompatibile per i socialisti l’entrata e
                la  permanenza  nella  Massoneria»,  e  invitando  le  sezioni  a

                espellere  dal  partito  coloro  che  non  si  fossero  uniformati  alle

                nuove direttive.
                    Nel  partito  comunista  francese,  invece,  la  questione  della

                presenza  di  militanti  e  dirigenti  comunisti  iniziati  nella
                massoneria aveva dimensioni molto ampie, non paragonabili a

                quelle  di  altri  Paesi.  Malgrado  la  massiccia  adesione,  e
                soprattutto il ruolo direttivo assunto da vari massoni nel partito,

                il comitato direttivo accolse le istruzioni di Mosca di risolvere il
                problema entro il primo gennaio 1923. In seguito a tali direttive,

                Marcel  Cachin  –  uno  dei  fondatori  del  partito  e  membro
                dell’ufficio  politico  dal  1923  al  1958  –  e  André  Marty  –

                responsabile  della  sezione  francese  della  Terza  Internazionale
                dal  1935  –  dovettero  dimettersi  dalla  massoneria,  mentre

                Ludovic-Oscar Frossard, già segretario del partito e poi ministro
                di sei governi dal 1935 al 1940, preferirà lasciare il partito.

                    Con  l’esclusione  dei  massoni  iniziava  l’adattamento  del

                partito  comunista  di  ogni  singolo  Paese  ai  principi  e
                all’esperienza dei bolscevichi russi. Prima in Unione Sovietica, e

                in seguito nei Paesi del cosiddetto “socialismo reale”, eccetto che
                a  Cuba,  la  massoneria  venne  messa  fuori  legge  e  perseguitata

                come  organizzazione  controrivoluzionaria.  Dopo  il  quarto
                congresso  la  questione  non  venne  comunque  più  affrontata

                dall’Internazionale comunista.
                    Nel  1926  il  massone  Astromov,  che  aveva  fondato  quattro

                logge  a  Leningrado,  Mosca,  Tbilisi  e  Kiev,  scrisse  a  Stalin
                chiedendogli  il  permesso  di  continuare  l’azione  massonica.

                Stalin  era  però  fermamente  convinto  dell’appartenenza  di
                Trotski  alla  massoneria,  malgrado  che  questi  fosse  stato  il

                principale  artefice,  durante  il  quarto  congresso  della  Terza
                Internazionale del 1922, della risoluzione antimassonica. Stalin

                temeva  che  un’eventuale  legalizzazione  dell’attività  massonica

                potesse  favorire  l’opposizione  interna  al  partito.  Astromov


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