Page 115 - La Massoneria Rivelata
P. 115
questo canale Rachkovsky riuscì a mettere in stretta relazione
personaggi influenti della corte dello zar ed esponenti francesi,
avviando così le azioni diplomatiche che avrebbero poi condotto
agli accordi stipulati con il trattato franco-russo del 1893.
Grazie ai suoi successi diplomatici, Rachkovsky poteva agire
come plenipotenziario della diplomazia nascosta, riuscendo a
ottenere importanti successi per l’impero russo. Ebbe occasione
di incontrare papa Leone XIII riguardo alla questione polacca,
per discutere delle tensioni che si andavano fomentando in
Polonia.
Sebbene in quell’occasione non si giunse a un accordo tra
Russia e Santa Sede, l’idea che ne scaturì di orchestrare una
campagna insurrezionale in Polonia, utilizzando interessi
religiosi, illustra l’impiego politico dell’opinione pubblica che
Rachkovsky riusciva a intuire e a mettere in opera.
La manipolazione dell’opinione pubblica attraverso fatti
eclatanti, sia tramite la diffusione di idee, sia attraverso l’uso di
agenti provocatori o di giornalisti compiacenti, era ormai un
mezzo ampiamente collaudato per fini politici e completamente
padroneggiato da Rachkovsky. Uno dei suoi migliori agenti,
giornalista di buon livello e proveniente da una famiglia
aristocratica russa vicina alle idee dei decabristi (il padre era
stato arrestato con Dostoevskij), fu Matvej Vassilievitc
Golovinski. Questi aveva in comune con il padre di Lenin uno
zio, ed era stato suo compagno, e le loro famiglie avevano
contribuito a evangelizzare alcuni contadini pagani del Volga. In
gioventù Golovinski aveva fatto parte di un gruppo di pressione
ultra-cristiano che faceva capo a Constantin Pétrovitch
Pobiedonostsev, eminente giurista e rappresentante del
conservatorismo russo, considerato l’eminenza grigia della
politica imperiale durante il regno del suo discepolo, lo zar
Alessandro III.
Con l’avvento dello zar Nicola II, venuta meno l’influenza
politica dei suoi mecenati e deriso pubblicamente da Maxime
115