Page 141 - Il giornalino di Gian Burrasca
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Io per non fare ingiustizie ne ho dato uno anche a lui: e siccome in quel momento uno zoppo che
            chiedeva l'elemosina sulla porta della chiesa è corso precipitosamente a me per godere dello stesso
            trattamento dei suoi due colleghi ho dato cinque lire anche a lui.
               Ma il bello della scena è stato questo: che io infatuato come ero in quel momento della mia
            munificenza, mentre mi davo una grande aria di importanza nel levar di tasca i miei biglietti di
            banca, non ho neanche menomamente pensato al fatto stranissimo di quei due ciechi che vedevano e
            di quello zoppo che correva.
               Ci ho ripensato dopo...
               Allora ho capito che la carità è una gran bella cosa, ma bisogna saperla fare... e lì per lì ho
            provato tanta stizza di essere stato ingannato così sfacciatamente che, per un legittimo sentimento di
            reazione, sono andato al negozio Balestra e mi son mangiato tre lire di pasticcini!
               Forse ne ho mangiati troppi, e senza dubbio ho abusato di canditi che mi piacciono di molto e per
            l'appunto, fra i dolci sono i più indigesti di tutti.
               Ma insomma questa è stata una spesa fatta bene e non me ne pento.
               Un'altra spesa molto complicata è stata quella della cassaforte. Pare impossibile che sia così
            difficile a un ragazzo che si presenta in una bottega coi suoi bravi quattrini di comperare quel che
            più gli pare e piace!
               Eppure al primo negozio ove mi sono presentato a chiedere una cassaforte si son messi a ridere e
            siccome io insistevo mi hanno detto:
               - Bambino, levati di qui che abbiamo altro da fare che badare alle tue burlette! -
               In un altro negozio siccome si disponevano a farmi la stessa accoglienza, mi son risentito e ho
            detto:
               - Che credono perché sono un ragazzo che io non abbia i quattrini? -
               E ho levato di tasca una manciata di biglietti.
               Allora il commesso del negozio ha cambiato subito maniere e mi ha dato del lei. Però non mi ha
            voluto dar la cassaforte, scusandosi che lui non poteva vendere ai minorenni e che perciò bisognava
            che ci andassi col mio babbo.
               Già: non ci mancherebbe altro!
               Per fortuna in quel momento sulla bottega ci era un giovanotto che mi guardava mentre tiravo
            fuori i quattrini e che appena sono uscito mi ha detto:
               - Ma come son buffi! Per comprar la roba da ora in avanti ci vorrà la fede di nascita... -
               Naturalmente io ho acconsentito a questa giusta critica, e allora questo bravo giovanotto mi ha
            domandato:
               - Ma lei che voleva comprar qualcosa?
               - Sì: una cassaforte, - ho risposto - ma una cassaforte piccola...
               - Quanto vorrebbe spendere?
               - Ma... non saprei. Voglio una cassaforte che sia forte davvero, capisce? -
               Il giovanotto ha pensato un poco, e poi ha detto guardandomi fisso:
               - Trecento lire?...
               - Eh! È un po' cara.
               - Cara? No davvero! Non sa che le casseforti costano delle migliaia di lire? Ma lei deve prendere
            una cassaforte d'occasione... se ne trovano facilmente: le costa meno e le fa lo stesso servizio.
               - E dove si trovano?
               - Lei deve venir con me. Ho diversi negozianti amici, tutte brave persone che vendono roba
            garantita e senza far tante storie come fanno nei negozi di lusso... -
               E mi ha accompagnato in diverse botteghe dove vendevano tutta roba usata e di tutte le specie.
            Da principio pareva difficile trovare una cassaforte: nessuno ce l'aveva. Abbiamo girato parecchio
            prima di trovare finalmente quel che si cercava. Quel giovanotto era proprio servizievole e non è
            stato contento finché finalmente non è riuscito a procurarmi quel che mi occorreva. Egli entrava via
            via nelle botteghe di questi negozianti suoi amici coi quali si tratteneva a parlare mentre io aspettavo
            sulla porta: e all'ultima bottega dove ci siamo fermati è ritornato fuori col padrone mostrandomi una
            cassaforte che per la misura era proprio quel che ci voleva sebbene fosse un poco arrugginita. Io
            naturalmente ho tirato nel prezzo, e dài, picchia e mena me l'ha rilasciata per duecentocinquanta lire.
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