Page 143 - Il giornalino di Gian Burrasca
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- Non solo l'ha visto, ma prima hanno discusso a lungo, lui e il babbo, se conveniva di farlo, e da
ultimo hanno deciso di sì, perché, come ha detto il Maralli, il suo zio nel testamento stesso dichiara
che lascia eredi i poveri in ossequio alle idee del nipote e sebbene abbia scritto questo per
canzonarlo, da chi non conosce come stanno le cose può essere preso benissimo sul serio.
“Almeno,” ha detto il tuo cognato “avrò avuto un utile morale!...”. - Sicché ha approvato tutto?
- Ha approvato? Altro che! Anzi, il principio dell'articolo lo ha scritto il Maralli stesso... -
Io sono rimasto di stucco: ma Gigino Balestra, che è più infarinato di me di cose elettorali, mi ha
detto: - Ti fa meraviglia? Non è nulla ancora! Ora, vedi, incomincia la polemica con l’Unione
Nazionale e sentissi che cosa non si dicono!... Ma il babbo, mentre gliene scrive di quelle da levare
il pelo, ci ride e ci si diverte... Se il mio babbo non facesse il pasticciere, sarebbe un giornalista di
prim'ordine, lo dicono tutti: ma lui dice gli rendono più i pasticci con la crema che quelli scritti!
- E come anderà a finire l'elezione?
- Eh! Il Maralli ha tutte le probabilità di riuscire perché c'è l'unione dei partiti popolari...
- Meno male! -
Bisogna che dica la verità; io avrei piacere che il mio cognato fosse eletto deputato.
Perché? Non lo so neppur io precisamente; ma mi pare che avere un deputato in famiglia sia una
cosa utile e da averci delle soddisfazioni, e ho in idea che se il Maralli riuscisse, mi perdonerebbe; e
allora mi piacerebbe molto d'andar con lui nei comizi elettorali dove tutti urlano, anche i ragazzi,
senza che nessuno li sgridi…
- Anzi, - mi ha detto Gigino - più che si urla e più ci hanno piacere. Se vuoi venire domenica si
va a Collinella dove c'è una gran fabbrica con di molti operai e lì il babbo vuole che si gridi: Evviva
la lega! -
Ci anderei volentieri, ma non so se il babbo mi ci manderà... Vedremo.
1° Marzo.
Queste elezioni incominciano a interessarmi davvero.
Ieri, mentre ero fuori, ho sentito urlare il giornale dei moderati:
- Legghino, Signori, l'Unione Nazionale, con la vera storia dell'eredità del candidato socialista! -
Io l'ho comperato subito e ho letto il primo articolo nel quale si rispondeva punto per punto
all'articolo del Sole dell’avvenire che mi aveva fatto vedere l'altro giorno Gigino Balestra.
Si vorrebbe dal nostro avversario trarre vantaggio da una meritata punizione (così diceva
l’Unione) e non possiamo negare che egli dimostri in questo suo strattagemma elettorale un
cervello assai sottile e una faccia molto tosta..
E seguitava a raccontar la storia del povero signor Venanzio che non divideva affatto le idee
dell'avvocato Maralli e che anzi per queste idee del nipote in perfetta opposizione con le sue si
decise a diseredarlo, lasciando il vistoso patrimonio ai poveri della città.
E di questo (seguitava a dire l'Unione) il nostro avversario che vorrebbe ora apparire un eroe
del disinteresse e un martire dell'altruismo, ebbe tutt'altro che piacere, e anzi provò tanto dolore e
tanta rabbia che licenziò su due piedi la propria domestica Cesira Degli Innocenti, magari dopo
averla coperta d'improperi perché tra i legati del defunto Venanzio Maralli ve n'era uno di
diecimila lire in favore di lei.
Bisogna convenire che questa era la verità; e io non potevo comprendere come mai il mio
cognato, che pure era cosi furbo, avesse potuto dare appiglio ai suoi avversari di dirgli delle cose
cosi scottanti mentre era facile prevedere che essi sarebbero stati informati esattamente di tutta la
faccenda, pensando che l'incaricato di distribuire ai poveri l'eredità del signor Venanzio era stato
proprio il sindaco cioè uno dei capi del partito conservatore e che era stato presente alla lettura del
testamento quando l'avvocato Maralli aveva fatto quella famosa scenata che ho detto prima.