Page 145 - Il giornalino di Gian Burrasca
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settecentododici e centesimi trentacinque.
Quando sono sceso per là colazione ho trovato il babbo di un umore insopportabile, perché dice
che io non studio, che io non penso che a divertirmi e altre simili ripetizioni che non so capire come
non gli venga a noia a ritirarle fuori cosi spesso senza neanche cambiarci una sillaba, senza trovarci
neppure un'intonazione di voce diversa.
Basta. Io sono stato a sentirlo con rassegnazione fino alla fine pensando alla rettifica che devo
portare all'Unione Nazionale.
Come mi accoglieranno?
Uhm! In ogni modo bisogna ristabilire la verità, come ha detto Gigino Balestra, e io lo farò ad
ogni costo.
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Siamo stati, come avevamo stabilito, con Gigino Balestra alla Direzione del giornale l'Unione
Nazionale, e sono proprio soddisfatto di avere avuto un'idea cosi felice...
Da principio quando ci siamo presentati in ufficio, vedendo due ragazzi non ci volevano far
passare nella Direzione e uno ci ha detto:
- Ragazzi, qui non si ha tempo da perdere!... -
Il bello è che lui stava lì a sedere dinanzi a un tavolino senza far nulla!
- Ma noi veniamo per una rettifica! - ha detto subito Gigino Balestra dandosi una certa aria.
- Una rettifica? Che rettifica? -
Allora sono intervenuto io e ho detto:
- Siccome nell'Unità Nazionale è stato stampato che l'avvocato Maralli non è cristiano, io che
sono il suo cognato posso giurare che non è vero perché l'ho visto io con questi occhi quando ha
sposato mia sorella che stava inginocchiato nella chiesa di San Sebastiano a Montaguzzo.
- Come, come? Lei è cognato dell'avvocato Maralli? Ah! Aspetti un poco... -
E quel giovanotto è andato in un'altra stanza da dove è riuscito poco dopo dicendomi:
- Si accomodino! -
E cosi siamo entrati proprio dal direttore che è un uomo con una testa pulita pulita, e anzi è la
sola cosa pulita che abbia perché ha un vestito che pare tessuto col sudiciume, e una cravatta nera
tutta unta nel cui centro brillava uno schizzo di torlo d'uovo in modo che pareva proprio che ce lo
avesse messo lì apposta per far finta d'averci uno spillo d'oro.
Però è stato molto gentile e quando ha letto la mia rettifica, dopo aver riflettuto un poco ha detto:
- Benissimo! La verità innanzi tutto... Ma ci vorrebbero delle prove... dei documenti... -
Io allora gli ho raccontato che tutto il fatto com'era andato era descritto qui nel mio giornalino, in
quelle pagine che fortunatamente avevo potuto salvare dal caminetto quando il mio cognato aveva
tentato di distruggerle...
- Ah! aveva tentato di distruggerle, eh?
- Sicuro! Ma vede la combinazione, eh? Se io non le avessi riprese a tempo ora sarebbe peggio
per lui perché non potrei dimostrare la verità di quel che io dico...
- Eh già... sicuro... -
Infatti il direttore dell'Unione Nazionale, ha detto che gli era necessario di vedere questo mio
giornalino con la mia firma, e ho fissato di portarglielo stasera stessa, mentre egli da parte sua si è
impegnato di pubblicare nel prossimo numero non solo la mia rettifica, ma anche se ci sarà bisogno
la descrizione del matrimonio religioso di mio cognato...
Chi sa che piacere avrà il Maralli quando leggerà l'articolo nel giornale avverso dove gli
renderanno giustizia, e quando saprà che io sono stato la causa di tutto. Mi figuro già di vedermelo
venire incontro con le braccia aperte a rifar la pace, e allora si metterà una pietra sul passato e
l'innocenza trionferà contro tutte le calunnie...
E ora, caro giornalino mio, ti chiudo e mi accingo a separarmi da te per qualche giorno, ma son
contento perché tu mi aiuti a compiere una buona azione e a far rifulgere la verità contro tutte queste
invenzioni tendenziose - come le chiama il mio amico Gigino Balestra!