Page 321 - Storia Tutto
P. 321
L’età contemporanea
se fu quella dell’isolazionismo cui si accompagnò una ferrea di-
fesa delle tradizioni. I commerci con gli stranieri erano vietati:
solo a Nagasaki, ma con molte limitazioni, il porto era aperto
agli operatori esteri. Cina e Olanda erano gli unici partner com-
merciali. Questa situazione di totale impermeabilità alle in-
fluenze provenienti da altre e più avanzate regioni del mondo
non era destinata a protrarsi oltre la metà del XIX sec. Già in oc-
casione della Guerra dell’oppio (v. cap. 10), i ceti dirigenti giap-
ponesi iniziarono a prendere in esame la questione di un po-
tenziamento delle difese nazionali, temendo un eventuale spo-
stamento sul loro arcipelago degli interessi occidentali. La que-
stione sollevò forti contrasti interni, ma fu affrontata a ragione:
nel 1853, infatti, il commodoro Perry al comando di una flotta
L’apertura dei porti americana intimò alle autorità imperiali l’apertura dei porti. In
breve agli USA si associarono gli Europei; le pressioni interna-
zionali costrinsero il Giappone a cedere: nel 1854 lo shogun
Tokugawa Iesada sottoscrisse il Trattato di Kanegawa che sta-
bilì l’apertura dei porti di Shimada e Hakodate e concesse agli
Stati Uniti un rappresentante permanente; poco dopo analogo
trattamento fu riservato a Gran Bretagna, Francia, Russia e Pae-
si Bassi. La firma degli accordi suscitò nell’arcipelago uno stato
di crisi interna che sfociò in una vera guerra civile. Solo nel
1867: restaurazione 1867 fu ristabilito l’ordine, con la restaurazione del potere im-
imperiale periale: salì al trono l’imperatore Mutsuhito (Meiji Tenno,
1867-1912) che non esitò a porre sotto il proprio controllo gli
affari interni e la politica estera (era Meiji). Consapevole del-
l’arretratezza del suo Impero, egli stilò un programma di go-
La modernizzazione verno mirante alla modernizzazione. Tale processo fu favorito
dall’introduzione delle tecnologie e dell’industria occidenta-
li: Mutsuhito desiderava portare il Paese su un piano di parità
con le altre potenze mondiali. Intervenne quindi nell’organiz-
zazione interna della società: per legittimare la centralizzazio-
ne del potere nelle sue mani, ordinò la confisca delle proprietà
dello shogun (1868) e dei daimyo. Nel 1871 i feudi furono abo-
liti. Due anni più tardi una riforma fiscale introdusse una tassa
in danaro che portò nelle casse dello Stato un ricco flusso di li-
quidità. La casta nobiliare dei samurai venne privata di ogni pri-
vilegio: ai suoi esponenti fu assegnata una pensione statale.
L’amministrazione locale fu affidata a prefetti, mentre nel Pae-
se furono introdotte l’istruzione (1872) e la coscrizione (1873)
obbligatorie.
■ Lo sviluppo economico e industriale
L’ascesa giapponese fu impressionante e presto l’Impero di
Vertiginoso sviluppo Mutsuhito raggiunse una potenza economica, militare e poli-
tica di grande rilievo. Per raggiungere questi traguardi, il go-
320 Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
Copyright 2011 De Agostini, Novara