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6 - Le Guerre d’Indipendenza e l’unificazione italiana
L’AMMINISTRAZIONE GARIBALDINA IN SICILIA
Dopo lo sbarco dei Mille a Marsala, Gari- dini e furono assegnate terre statali e co-
baldi impose la propria dittatura in Sicilia munali ai combattenti, ma nulla più. Le
(Salemi, 14 maggio 1860) a nome di Vit- masse, però, decise a liberarsi dallo sfrut-
torio Emanuele II; il 17 nominò segretario tamento degli aristocratici, intrapresero
di Stato Francesco Crispi. Le popolazio- una vera lotta contro i latifondisti. Gli epi-
ni videro in lui un liberatore dopo la lun- sodi violenti furono soffocati nel sangue
ga dominazione borbonica; tuttavia, du- dagli stessi garibaldini: il fatto più sangui-
rante l’amministrazione garibaldina nes- noso accadde a Bronte. ll 4 agosto Nino
sun provvedimento fu preso per intacca- Bixio, tra i capi più prestigiosi dell’impre-
re la grande proprietà fondiaria. Si ridus- sa dei Mille, ordinò numerose fucilazioni
se il carico fiscale sulle spalle dei conta- e l’arresto di molti contadini.
timatum (23 aprile). Respinto da Cavour il 26 aprile 1859, scop- Seconda Guerra
piò la Seconda Guerra d’Indipendenza. Il comando delle opera- d’indipendenza
zioni fu affidato a Napoleone III. La vittoria degli alleati fu fulmi-
nea (vittorie di Palestro, 30 maggio, e di Magenta, 4 giugno, San
Martino e Solferino, 24 giugno) e provocò l’insurrezione delle re-
gioni centrali dove (grazie alla Società nazionale) si sviluppò una
forte corrente annessionistica al Piemonte. Ma Napoleone, preoc-
cupato per un possibile intervento prussiano e per gli imprevisti Napoleone
esiti rivoluzionari in Italia centrale, pose fine unilateralmente al- impone l’armistizio
le ostilità con l’Armistizio di Villafranca (11 luglio 1859) in cui l’Au-
stria cedette la Lombardia alla Francia, la quale l’avrebbe conse-
gnata al Piemonte. Vittorio Emanuele II accettò, Cavour invece si
oppose dimettendosi.
Ma le pressioni popolari erano sempre più insistenti e diversi
plebisciti sancirono la fusione al Piemonte dei Ducati di Parma Le annessioni
e di Modena, dell’Emilia e della Toscana (agosto-settembre del 1860
1859, marzo 1860). Tornato al governo all’inizio del 1860, Ca-
vour perfezionò la cessione della Savoia e di Nizza alla Francia,
come pattuito a Plombières, e procedette nelle annessioni della
Toscana e dell’Emilia. La via per annettere allo Stato Sabaudo il
sud, aperta dall’iniziativa dei democratici, e il centro partiva dal-
la Sicilia. Su proposta del Partito d’azione di Mazzini (dal geno-
vese venne il progetto di una spedizione nel sud), infatti, Gari-
baldi accettò di guidare un’impresa che dalla Sicilia risalisse la
penisola per liberarla promettendo, nel contempo, fedeltà alla
monarchia. Alla testa di circa mille volontari, partì da Quarto al I Mille
comando delle navi Piemonte e Lombardo tra il 5 e il 6 maggio
1860. L’11 sbarcò a Marsala approdando in un Regno delle Due
Sicilie in cui re Francesco II (1859-60) non fu capace di gestire
la difficile situazione ereditata dal padre. Tra l’entusiasmo della
folla e con minimo sforzo, Garibaldi espugnò tutta l’isola (bat- Liberazione
taglia di Milazzo, 20 luglio). In quei giorni si ebbero acute ten- della Sicilia
sioni con Cavour che temeva un’influenza mazziniana e repub-
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