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Il Medioevo
                      Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
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                    maggiori, oltrepassando i limiti imposti dall’autorità del sovra-
                    no e cercando di favorire i propri interessi o quelli del feudo
                    più che quelli dell’Impero. L’autorità del re andò via via dimi-
                    nuendo a favore di quella dei signori locali.

                    L’omaggio e l’investitura
                    L’atto con cui si instaurava il rapporto di vassallaggio era detto
     L’omaggio, atto   omaggio (dal latino homo, uomo, poiché chi lo compiva di-
     con cui si instaurava  ventava “uomo di un altro uomo”, cioè suo subordinato). La
     il rapporto    congiunzione delle mani dei due contraenti simboleggiava la
     di vassallaggio  dedizione del vassallo al proprio signore; a questo atto seguiva
                    il giuramento di fedeltà su libri sacri o reliquie e spesso lo scam-
                    bio di un bacio. Durante il IX sec. cominciò a diffondersi la pre-
                    stazione di più omaggi; ottenendo una pluralità di benefici da
                    signori diversi, alcuni vassalli ridimensionarono a proprio favo-
                    re i rapporti di vassallaggio. L’atto con cui veniva concesso il be-
     L’investitura, atto  neficio o feudo era detto investitura ed era conseguente all’o-
     con cui era conferito  maggio e al giuramento di fedeltà. Essa consisteva nel conse-
     il beneficio   gnare al vassallo un oggetto simboleggiante il beneficio, uno
                    scettro, una spada, un anello, un pezzetto di terra, uno sten-
                    dardo (una croce o un pastorale qualora a essere investito fos-
                    se un vescovo). Il beneficiario entrava così in possesso di un
                    feudo come usufruttuario; la proprietà era conservata da colui
                    che faceva la concessione.

                    Il capitolare di Quierzy:
                    la prima e la seconda età feudale
     Il capitolare   Il capitolare di Quierzy, emanato da Carlo il Calvo nell’877, sancì
     di Quierzy sancisce  l’ereditarietà dei feudi maggiori, pratica già concretamente in
     l’ereditarietà   uso da un certo tempo. Il poter succedere al padre consentiva
     dei feudi maggiori  ai figli di non perdere i beni immobili, mentre per i sovrani si-
                    gnificava avere sempre uomini al proprio servizio. Diventarono
                    poi ereditarie anche le funzioni amministrative a cui era legata
                    la concessione delle terre. Inoltre, dal fatto che i vassalli pote-
     Valvassori     vano crearsi dei subordinati nel proprio feudo (detti valvasso-
     e valvassini,   ri, che a loro volta nominavano i valvassini) derivò una vera e
     i subordinati   propria gerarchia feudale. Con la deposizione di Carlo il Gros-
     del feudo      so (887) da parte di un’assemblea di feudatari, cominciò in Eu-
                    ropa uno stato di anarchia e di guerriglia quotidiana: feudatari
                    che lottavano per il potere, vassalli armati che si ribellavano, ru-
     Lo stato di anarchia  berie di cavalieri e briganti. La Chiesa fu costretta a intervenire
     e la “tregua di Dio”  stabilendo la “tregua di Dio”, cioè la sospensione di ogni azio-
                    ne di guerra in determinati periodi. Le invasioni di Normanni,
                    Ungari e Saraceni spinsero gran parte della popolazione a cer-
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