Page 149 - Storia Tutto
P. 149

Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
Copyright 2011 De Agostini, Novara
     Il Medioevo

     Le prestazioni   te dominica (queste prestazioni erano definite corvées). I con-
     dei contadini  tadini dovevano anche collaborare alla costruzione e manuten-
                    zione di ponti, strade, edifici, e le donne filavano e tessevano al
                    servizio del signore. Nella parte dominica sorgeva la curtis, uno
                    spazio recintato, spesso fortificato, con l’abitazione del domi-
                    nus, un frutteto, un orto, edifici adibiti a laboratori (cucine, for-
                    ni, frantoi) o a magazzini e dormitori per i servi che prestavano
                    servizio permanente nella parte dominica. Spesso le ville rag-
                    giungevano dimensioni enormi e solo una parte era costituita
                    da superfici coltivabili; estesi erano anche boschi e pascoli. Le
                    ville vengono abitualmente considerate autosufficienti; in
     I mercati, le fiere   realtà, nel IX e X sec., si tennero molte fiere e mercati, luoghi
     e lo sviluppo degli  di scambio dei prodotti di ville diverse, un’economia favorita
     agglomerati urbani  anche dal fatto che alcuni signori possedevano più ville. Anche
                    gli agglomerati urbani erano abbastanza sviluppati, e non com-
                    prendevano solo abitazioni, officine e orti, ma anche buona par-
                    te di campi. Tra i più importanti si possono menzionare Milano,
                    Tours, Arles, Metz, Parigi, Aquisgrana.

                    Le tecniche agricole
                    Lo strumento basilare per la lavorazione dei campi era l’aratro.
                    Per i territori argillosi e pesanti del Nordeuropa fu utilizzato un
                    tipo d’aratro munito di versoio, un dispositivo che permetteva
     L’utilizzo di un nuovo  di voltare la terra, facilitando così l’aratura. Sempre per facilita-
     tipo di aratro   re il lavoro, i campi assunsero una forma allungata, in modo ta-
     e l’introduzione delle  le da poter diminuire il numero di percorsi fatti per arare e le
     rotazioni biennale e  conseguenti girate. I rendimenti dei terreni erano ottimizzati
     triennale migliorano  grazie alle rotazioni biennale e triennale. Nella prima il terreno
     la produzione  veniva suddiviso in due parti: la prima veniva coltivata a cerea-
     agricola       li, mentre la seconda, se pure arata, veniva lasciata a maggese,
                    affinché il terreno si rifertilizzasse; l’anno seguente le parti ve-
                    nivano invertite. Nella seconda il terreno era diviso in tre parti,
                    una coltivata a cereali invernali (segale e frumento), una a ce-
                    reali primaverili (avena e orzo), la terza arata soltanto. Questa
                    seconda soluzione permetteva un migliore sfruttamento del ter-
                    reno, oltre alla disponibilità di notevoli quantitativi d’avena uti-
                    li per alimentare i cavalli, più veloci dei buoi nel lavoro di trai-
     Altre innovazioni   no dell’aratro. A questo periodo risalgono anche la ferratura de-
     in campo agricolo  gli zoccoli del cavallo e l’utilizzazione su vasta scala dei mulini
                    ad acqua.

                    La dottrina dei tre ordini sociali
                    Tra la fine del X e l’inizio dell’XI sec. fu sviluppata la dottrina dei
                    tre ordini secondo i quali si ripartiva la società feudale. Tale dot-
     148
   144   145   146   147   148   149   150   151   152   153   154