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Il Medioevo
Le prestazioni te dominica (queste prestazioni erano definite corvées). I con-
dei contadini tadini dovevano anche collaborare alla costruzione e manuten-
zione di ponti, strade, edifici, e le donne filavano e tessevano al
servizio del signore. Nella parte dominica sorgeva la curtis, uno
spazio recintato, spesso fortificato, con l’abitazione del domi-
nus, un frutteto, un orto, edifici adibiti a laboratori (cucine, for-
ni, frantoi) o a magazzini e dormitori per i servi che prestavano
servizio permanente nella parte dominica. Spesso le ville rag-
giungevano dimensioni enormi e solo una parte era costituita
da superfici coltivabili; estesi erano anche boschi e pascoli. Le
ville vengono abitualmente considerate autosufficienti; in
I mercati, le fiere realtà, nel IX e X sec., si tennero molte fiere e mercati, luoghi
e lo sviluppo degli di scambio dei prodotti di ville diverse, un’economia favorita
agglomerati urbani anche dal fatto che alcuni signori possedevano più ville. Anche
gli agglomerati urbani erano abbastanza sviluppati, e non com-
prendevano solo abitazioni, officine e orti, ma anche buona par-
te di campi. Tra i più importanti si possono menzionare Milano,
Tours, Arles, Metz, Parigi, Aquisgrana.
Le tecniche agricole
Lo strumento basilare per la lavorazione dei campi era l’aratro.
Per i territori argillosi e pesanti del Nordeuropa fu utilizzato un
tipo d’aratro munito di versoio, un dispositivo che permetteva
L’utilizzo di un nuovo di voltare la terra, facilitando così l’aratura. Sempre per facilita-
tipo di aratro re il lavoro, i campi assunsero una forma allungata, in modo ta-
e l’introduzione delle le da poter diminuire il numero di percorsi fatti per arare e le
rotazioni biennale e conseguenti girate. I rendimenti dei terreni erano ottimizzati
triennale migliorano grazie alle rotazioni biennale e triennale. Nella prima il terreno
la produzione veniva suddiviso in due parti: la prima veniva coltivata a cerea-
agricola li, mentre la seconda, se pure arata, veniva lasciata a maggese,
affinché il terreno si rifertilizzasse; l’anno seguente le parti ve-
nivano invertite. Nella seconda il terreno era diviso in tre parti,
una coltivata a cereali invernali (segale e frumento), una a ce-
reali primaverili (avena e orzo), la terza arata soltanto. Questa
seconda soluzione permetteva un migliore sfruttamento del ter-
reno, oltre alla disponibilità di notevoli quantitativi d’avena uti-
li per alimentare i cavalli, più veloci dei buoi nel lavoro di trai-
Altre innovazioni no dell’aratro. A questo periodo risalgono anche la ferratura de-
in campo agricolo gli zoccoli del cavallo e l’utilizzazione su vasta scala dei mulini
ad acqua.
La dottrina dei tre ordini sociali
Tra la fine del X e l’inizio dell’XI sec. fu sviluppata la dottrina dei
tre ordini secondo i quali si ripartiva la società feudale. Tale dot-
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