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7 - Strutture produttive e demografia nel Medioevo


        II CASTELLO
        Durante le scorrerie di Ungari, Sarace-  esclusiva dei signori e delle loro fami-
        ni e  Vichinghi, venne modificandosi  glie e luogo di incontro con altre fami-
        l’assetto territoriale di molte zone del-  glie di nobili o cavalieri con cui instau-
        l’Occidente. Furono infatti necessari luo-  ravano rapporti di amicizia o anche di
        ghi di difesa dove la popolazione po-  parentela. La tendenza all’incastella-
        tesse riparare. I grandi proprietari fece-  mento fu particolarmente forte in Spa-
        ro costruire fortezze e castelli, e questi  gna, dove un’intera regione prese il no-
        una volta riconosciuti dai sovrani diven-  me di Castiglia proprio in seguito alla
        nero ereditari. Cessato il pericolo delle  grande diffusione dei castelli. Questi
        scorrerie straniere, il castello divenne il  sorsero quasi sempre in luoghi isolati,
        simbolo del potere e lo strumento di do-  che però consentivano il controllo di val-
        minio che consentì a molte dinastie lo-  li e vie di comunicazione. Ben presto at-
        cali di imporsi. Inoltre, se inizialmente i  torno ai castelli sorsero borghi e mer-
        castelli ospitavano parte della popola-  cati, nuclei originari di nuovi insedia-
        zione, in seguito divennero dimora  menti cittadini.

      trina riprendeva gli insegnamenti dei Padri della Chiesa che a
      loro volta si rifacevano a quanto insegnava Platone nella Re- I tre ordini sociali:
      pubblica circa l’analogia fra l’ordinamento sociale e la riparti- oratores, bellatores
      zione dell’anima nelle sue parti egemonica (che contempla e e laboratores
      governa), irascibile (volitiva e guerriera) e concupiscibile (che
      segue le inclinazioni del corpo e che pertanto deve essere sot-
      tomessa alle due superiori). Al primo ordine, o alla parte nobi- Il primo ordine
      le dell’anima, corrispondeva nel Medioevo la casta degli orato-
      res, monaci e sacerdoti dediti alla contemplazione e alla pre-
      ghiera e a ritrasmettere l’insegnamento. Vescovi, abati ed ec-
      clesiastici in genere avevano dunque diritto a vivere della ren-
      dita delle loro proprietà. Il secondo ordine era quello dei si- Il secondo ordine
      gnori laici (detti bellatores poiché tra i loro compiti vi era la
      guerra). La loro occupazione era il mantenimento dell’ordine e
      della giustizia, interni ed esterni, e la guerra dalla quale ricava-
      vano ingenti bottini che si aggiungevano alle rendite dei loro
      latifondi; si dedicavano inoltre alla caccia, ai tornei, e in gene-
      rale a tutto ciò che era conforme all’ideale cavalleresco della no-
      biltà. Il terzo ordine era quello dei laboratores, che lavoravano Il terzo ordine
      mantenendo se stessi e coloro a cui prestavano servizio, po-
      tendo partecipare solo in questo modo indiretto alla tradizio-
      ne: le loro possibilità intellettuali non permettevano una cono-
      scenza superiore. Questa dottrina fu diffusa soprattutto a ope-
      ra di alcuni vescovi francesi per arginare la confusione sociale
      dell’XI sec. richiamando gli appartenenti ai vari ordini sociali al I motivi
      principio dell’istituzione divina della ripartizione sociale al di là dell’elaborazione
      dell’imperfezione delle nature umane, che nella confusione dei della teoria
      tempi non sempre corrispondevano perfettamente alle funzio- dei tre ordini
      ni che rivestivano.
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