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7 - Strutture produttive e demografia nel Medioevo

        LE CORPORAZIONI
        Nel XIII sec. le corporazioni, dette “arti”,  ti dell’economia cittadina. Si riunirono in
        offrirono competenze tecniche e struttu-  arti anche coloro che esercitavano le co-
        re organizzative allo sviluppo economico  siddette “arti liberali”, medici, notai, mae-
        dei comuni italiani. Fu a Firenze che rag-  stri, giudici, divenendo protagonisti della
        giunsero la massima espansione e influi-  vita politica comunale. Il sistema corpo-
        rono in misura decisiva sull’evoluzione isti-  rativo andò in crisi alla fine del XVIII sec.
        tuzionale e politica della città. Ovunque  quando la rivoluzione industriale e l’in-
        era netta la distinzione tra le “arti mag-  cremento demografico resero impossibi-
        giori”, ovvero le corporazioni più ricche e  le alle corporazioni di conservare i regimi
        potenti, e le “arti minori”, prive di reale pe-  di monopolio del lavoro e della produzio-
        so politico in quanto raccoglievano i la-  ne che avevano costituito la base della lo-
        voratori addetti ai settori meno importan-  ro efficacia e potenza.

      na era costituito dall’attività artigianale e da quella mercantile.
      Anche le città videro un forte incremento demografico: conta- L’incremento
      dini, artigiani, esponenti dell’aristocrazia emigrarono dalle cam- demografico
      pagne per stabilirsi nei nuclei urbani. Le relazioni economiche nelle città
      furono notevolmente intensificate: i prodotti circolavano in Eu-
      ropa, ma anche in Africa e nell’estremo Oriente. In Italia il fe-
      nomeno della rinascita cittadina si verificò prima che altrove.
                            Titolo concesso in licenza a tonia locarico, 84762, ordine Istituto Geografico De Agostini 824316.
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      Le cosiddette città marinare, Amalfi, Pisa, Genova e Venezia, co- Le città marinare
      stituirono un vero e proprio impero commerciale, favorito dai e i loro traffici
      legami dei Veneziani con l’Impero bizantino (dal 1082 Venezia commerciali
      aveva ottenuto l’esenzione dalle imposte per il commercio sul
      territorio bizantino). Le rotte fluviali del Po e dell’Adige per-
      mettevano ai Veneziani di commerciare con l’entroterra; le na-
      vi esportavano prodotti dell’industria, schiavi e legname delle
      regioni slave, e importavano spezie e stoffe di lusso orientali.
      L’età comunale e signorile

      Lo sviluppo dell’economia portò alla formazione di nuovi ceti La formazione
      sociali, soprattutto nelle città: i cosiddetti borghesi (da “bor- di nuovi ceti sociali:
      go”, “città”), che esercitavano attività di mercanti, banchieri, ar- la borghesia
      tigiani, medici, uomini di legge. Cominciò a prendere piede l’u-
      sanza di riunire in corporazioni, dette “arti”, coloro che svol- Le corporazioni
      gevano la stessa professione. Questi borghesi esercitarono ben e la loro attività
      presto un importante ruolo anche dal punto di vista politico.
      Compito delle corporazioni era quello di controllare e regola-
      re l’attività economica fissando la quota massima dei salari, re-
      golando l’acquisto delle materie prime, stabilendo i prezzi dei
      prodotti e la durata della giornata lavorativa. Nei Comuni, vi
      erano piccoli mercanti che operavano nell’ambito cittadino, e
      grandi mercanti che avevano contatti con l’estero e investiva-
      no capitali molto più consistenti. Lo sviluppo del commercio
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