Page 79 - Storia della Russia
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La Grande guerra del nord (1700-1721)

        La  Grande  guerra  del  nord  occupò  buona  parte  del  restante  regno  di  Pietro  e,  nei  suoi
        primi  anni,  insieme  alla  Guerra  di  successione  spagnola  (1701-1714),  cancellò  la  pace
        dalla faccia dell’Europa. Gli inizi furono disastrosi. Carlo XII dimostrò di essere il più
        grande  stratega  del  suo  tempo,  a  capo  del  migliore  esercito  d’Europa.  Dopo  aver
        rapidamente  costretto  la  Danimarca  ad  abbandonare  la  coalizione,  schiacciò  l’esercito
        moscovita a Narva sul golfo di Finlandia (1700), per poi inseguire attraverso la Polonia le

        truppe sassoni-polacche di Federico Augusto. Gli anni che seguirono la sconfitta di Narva
        furono per la Russia una lotta per la sopravvivenza. Sotto la pressione della guerra e dei
        cambiamenti  sociali,  le  tensioni  interne  si  esasperarono  e  scoppiarono  rivolte  ad
        Astrachan’  (1705)  e  sul  Don  (1708-1709):  se  Pietro  avesse  perso  un’altra  battaglia
        importante,  avrebbe  dovuto  affrontare  una  sollevazione  generale.  Lo  zar  appoggiò
        disperatamente i sassoni nella loro resistenza a Carlo e, ampliato e rafforzato l’esercito,
        creò una nuova flotta nel Baltico, per poi avanzare gradualmente contro le forze svedesi
        rimaste in Livonia mentre Carlo inseguiva i sassoni. La fortezza di San Pietro e Paolo,
        fondata nel 1703 sui territori vinti agli svedesi vicino al golfo di Finlandia, formò il primo
        nucleo di San Pietroburgo, città costruita, contrariamente a quanto sostiene la leggenda,
        non  su  una  palude,  ma  vicino  a  una  cittadina  confinante  con  la  fortezza  di  Nienskans,
        strappata agli svedesi. Lo zar definì immediatamente la nuova città il suo «paradiso».

           Nonostante la mobilitazione di vasta portata delle risorse da parte della Moscovia, lo
        straordinario esercito svedese rimaneva comunque superiore a quello di Pietro. Lo zar, a
        quel  punto,  sfruttò  la  vastità  del  paese  come  un’arma  contro  l’invasore:  mentre  questo
        avanzava,  i  russi  si  ritiravano  e  facevano  terra  bruciata,  bloccandogli  i  rifornimenti  e

        isolandolo  dagli  alleati.  Nell’estate  del  1709,  nello  scontro  decisivo  presso  Poltava  in
        Ucraina, i russi furono superiori agli svedesi per uomini e mezzi. Fiaccato da un rigido
        inverno,  con  scarso  equipaggiamento  e  Carlo  immobilizzato  da  una  ferita  al  piede,
        l’esercito svedese subì una pesante sconfitta. Carlo riuscì a rifugiarsi in territorio turco.
        Nel 1711 Pietro attaccò gli ottomani, ma subì una catastrofica sconfitta sul fiume Prut e
        dovette  cedere  Azov  con  il  trattato  di  Adrianopoli  (1713).  Ma  la  disfatta  degli  svedesi
        annientò il loro esercito, spezzando il potere della Svezia per sempre. Soddisfatto delle sue
        conquiste  territoriali,  e  dal  1717  padrone  oltre  che  della  Livonia  anche  della  Polonia,
        Pietro desiderò la pace, cui arrivò solo nel 1721, quando riuscì finalmente a imporre un
        accordo al tavolo dei negoziati. A quel punto la Russia aveva sostituito la Svezia come
        prima potenza navale e militare della regione. Con il trattato di Nystadt Pietro acquisì il
        territorio di San Pietroburgo e tutta la Livonia: Lettonia ed Estonia con le loro grandi città
        portuali di Riga e Reval (Tallin). Il Baltico era ora aperto al commercio russo; da quel
        momento  l’aristocrazia  germanica  della  Livonia  inizierà  a  offrire  ottimi  servitori
        all’esercito  imperiale  e  all’amministrazione  civile.  Alla  sua  morte,  quattro  anni  dopo,
        Pietro lasciò un formidabile esercito moderno di circa 200.000 soldati. Nel 1725 la nuova

        marina  contava  27.000  uomini,  34  navi  di  linea,  circa  40  imbarcazioni  più  piccole  e
        diverse centinaia di galee, una forza che fece preoccupare i capi della possente marina
        britannica, ma che dopo Pietro andò rapidamente decadendo.

           I successi di Pietro nella Grande guerra del nord portarono d’un tratto alla ribalta la
        Moscovia come nuova potenza europea. Inoltre, i rapidi cambiamenti interni che lo zar
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