Page 215 - Storia della Russia
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Le scienze naturali

        Il nuovo regime sovietico si dedicò con profondo impegno allo sviluppo della scienza e
        ampliò  gli  istituti  di  ricerca  già  esistenti  e  l’Accademia  russa  delle  scienze,  dal  1925
        Accademia  delle  scienze  dell’Urss;  anche  le  singole  repubbliche  dell’Unione  avevano
        ciascuna  una  propria  Accademia.  In  questi  istituti  di  ricerca  il  numero  delle  donne  era
        abbastanza alto. Il primo piano quinquennale prevedeva il rapido sviluppo di scienze e
        tecnologie al servizio della nuova industria nascente, così da raggiungere l’autosufficienza

        tecnica. L’establishment scientifico sovietico divenne enorme, ma sotto Stalin fu costretto
        a lavorare isolato dal resto del mondo e con restrizioni ideologiche. Inizialmente i primi
        straordinari successi arrivarono nel campo della fisica. I Nobel Pëtr Kapica, Lev Landau e
        Nikolaj Semënov cominciarono la loro carriera nella Pietrogrado postrivoluzionaria e, più
        tardi, negli anni Quaranta, ormai isolati da pressioni ideologiche, diedero un contributo
        cruciale  alla  realizzazione  del  progetto  sovietico  della  bomba  atomica.  L’allargamento
        dell’assistenza  sanitaria  incrementò  la  ricerca  anche  in  campo  medico,  con  particolari
        successi  nell’epidemiologia:  nel  1944  fu  istituita  un’Accademia  delle  scienze  mediche.
        Negli anni Venti, partendo da risultati ottenuti in epoca prerivoluzionaria, Nikolaj Vavilov
        (fratello  di  un  altro  famoso  fisico)  creò  una  rete  di  istituti  di  ricerca,  coordinata
        dall’Accademia delle scienze agricole, nell’ambito dell’agronomia. L’enorme importanza
        dell’agricoltura e il fervore da crociata della fine degli anni Venti e Trenta spianarono,
        però, la strada a millantatori di soluzioni rapide e ben poco ortodosse, come l’orticoltore
        ciarlatano  Ivan  Mičurin  e  lo  pseudogenetista  Trofim  Lysenko,  che  salì  alla  ribalta  nel
        1927-1929. Vavilov morì in prigione nel 1943. L’«agrobiologia» di Lysenko, secondo la
        quale i tratti genetici, oltre a essere ereditari, si potevano anche acquisire, fu patrocinata da

        Stalin e influenzò negativamente la genetica, danneggiando la biochimica sovietica fino
        agli  anni  Sessanta.  I  botanici  realizzarono  il  grande  sogno  di  P.S.  Pallas,  avviando
        un’opera di catalogazione in trenta volumi intitolata Flora dell’Urss (1934-1964), ma il
        direttore  del  progetto,  Viktor  Komarov,  una  sorta  di  Lysenko  minore,  impose  la  sua
        visione staliniana. Psicologia e psichiatria erano controllate dal partito, e fino agli anni
        Ottanta  furono  usate  per  scopi  penali  e  politici  (come  durante  il  regno  di  Nicola  I);  le
        teorie di Freud erano state condannate già negli anni Venti. Il terrore degli anni Trenta
        colpì  duramente  la  ricerca  scientifica.  Senza  contare  il  controllo  ideologico,  parecchi
        scienziati furono vittime della repressione; si cercò comunque di sfruttarne i servigi: molti
        progetti di aeronautica del periodo bellico, ad esempio, furono realizzati in prigione e in
        campi speciali.
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