Page 216 - Storia della Russia
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Verso la «Grande guerra patriottica»
Le relazioni internazionali, 1917-1941
Il governo bolscevico cominciò la sua attività internazionale nel 1917, cercando la
rivoluzione mondiale e il sovvertimento delle potenze capitalistiche; il Komintern
rappresentava la massima espressione di questa strategia. Seguendo una visione
bolscevica, esclusiva, della rivoluzione, il Komintern costringeva i partiti comunisti che ne
facevano parte a lavorare in opposizione ai socialisti meno radicali, dividendo così i
movimenti operai europei. Di fronte al fallimento della rivoluzione mondiale, però, l’Urss
si trovò a stringere relazioni diplomatiche con gli altri stati, per provvedere alla
salvaguardia dell’Unione e assicurarsi indispensabili partner commerciali. Ma all’inizio,
sebbene alcuni stati e imprenditori privati si dimostrassero disponibili a stringere rapporti
commerciali con il regime dissidente, Mosca ebbe grandi difficoltà a farsi accettare dal
punto di vista diplomatico. Negli anni Venti il paese più vicino alla Russia sovietica era il
suo vecchio nemico, la Germania, anch’essa all’epoca una sorta di paria a livello
internazionale. Il trattato di Rapallo del 1922 ripristinò normali relazioni diplomatiche e
commerciali tra Russia e Germania e facilitò la collaborazione tra i due paesi, soprattutto
in ambito militare, dove i tedeschi erano vincolati dalle restrizioni imposte a Versailles.
L’esercito tedesco stabilì alcune basi e campi di addestramento sul territorio sovietico, e le
industrie tedesche costruirono in Russia fabbriche all’avanguardia per la produzione
bellica. Entrambe le parti ne guadagnarono, rinvigorendo le proprie forze armate. I
tedeschi impararono anche a conoscere il terreno su cui avrebbero combattuto nella
Seconda guerra mondiale.
Nel decennio successivo l’Urss sviluppò relazioni diplomatiche con le altre potenze.
L’unica reale minaccia fu rappresentata dall’espansionismo giapponese nell’Estremo
Oriente. Le tensioni generate dall’invasione giapponese della Manciuria nel 1931 si
risolsero definitivamente a favore di Mosca con la vittoria sovietica a Khalchin-Gol
nell’agosto del 1939; un patto di non aggressione fu firmato con il Giappone nel 1941. La
salita al potere del nazismo in Germania nel 1933, facilitata dagli aspri contrasti tra
comunisti e socialdemocratici, aveva trasformato la posizione internazionale e la strategia
dell’Urss. Di fronte alla minaccia fascista, nel 1934 l’Unione Sovietica entrò a far parte
della Società delle nazioni e spinse il Komintern a promuovere i Fronti popolari di sinistra,
soprattutto nella Spagna repubblicana (l’Urss fu l’unica potenza ad appoggiarla e
sostenerla attivamente contro Franco). Questo non impedì, tuttavia, la già menzionata
repressione in Spagna a opera della NKVD, e il terrore, in particolare l’epurazione di molti
ufficiali dell’Armata rossa nel 1937, fece sorgere all’estero seri dubbi sulla moralità e la
competenza militare dei sovietici. Dubbi in parte confermati dalla pessima prova
dell’Armata rossa in Finlandia nel 1940. Intanto, la vittoria di Franco, la passività della
Società delle nazioni, e soprattutto la politica aggressiva di Hitler, resero necessarie nuove
misure di sicurezza. Maksim Litvinov, commissario per gli Affari Esteri filooccidentale,
lavorò per promuovere la «sicurezza collettiva». Come la Francia, anche l’Unione
Sovietica era legata alla Cecoslovacchia da un trattato e sembra fosse pronta a onorare i
suoi impegni in caso di ostilità. Non fu però invitata alla conferenza di Monaco del 1938,
in cui Neville Chamberlain strinse un accordo con Hitler. La proposta sovietica di un
grande trattato per la sicurezza nell’aprile del 1939 fu accolta tiepidamente da Francia e