Page 203 - Storia della Russia
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Partito, società e ideologia: 1921-1941

        Il partito e la nomenklatura

        La  struttura  politica  presieduta  da  Stalin,  formalizzata  nella  Costituzione  federale
        dell’Unione del 1924 e rielaborata nella Costituzione di Stalin del 1936, si fondava sul
        potere  del  partito  (dal  1925  Partito  comunista  dell’Unione  Sovietica).  Il  sistema
        amministrativo di base rimaneva composto dalla piramide di soviet elettivi che culminava

        nel Congresso dei soviet di tutta l’Unione e in due soviet nazionali, dell’Unione e delle
        nazionalità, vagamente paragonabili a un Parlamento. Come in precedenza, il Congresso
        dei  soviet  eleggeva  il  proprio  Comitato  esecutivo  centrale  (VCIK)  permanente,  che  ora
        disponeva di un Presidium, un gabinetto interno, e nominava formalmente il Sovnarkom.
        Il suffragio era universale, ma con voto ponderato, e fino al 1936 escludeva i membri delle
        classi  «non  lavoratrici».  Il  potere  reale  era  comunque  nelle  mani  del  partito.  La  sua
        struttura poggiava su «organizzazioni primarie» dette «cellule», presenti in ogni unità di
        base dell’attività economica, militare e amministrativa. Essa rispecchiava la struttura dei
        soviet  nell’elezione  di  rappresentanti,  suddivisi  gerarchicamente  in  livelli  distrettuali,
        provinciali,  regionali  e  repubblicani,  fino  al  Congresso  del  partito  dell’Unione;  ma  il
        «centralismo democratico» vincolava i membri alle decisioni degli organi superiori. Ogni
        livello aveva un suo comitato esecutivo con un proprio segretario: l’organo supremo era il

        Comitato centrale, eletto dal Congresso, che a sua volta eleggeva il Politbjuro (sostituito
        da  Stalin  con  un  più  ampio  Presidium).  A  ogni  livello  il  segretario  del  partito  era  la
        persona  più  potente  dell’organico.  I  Comitati  di  partito  avevano  potere  di  nomina,  o
        meglio di «raccomandazione» (in linea di principio i posti erano elettivi), dei principali
        ruoli sotto di loro, all’interno delle organizzazioni dei soviet e del partito, e per queste
        cariche redigevano elenchi dei possibili candidati; queste figure furono formalizzate nel
        1923 con il termine «nomenklatura». In questo modo i comitati avevano il totale controllo
        sul lavoro delle organizzazioni dei soviet e del partito ai livelli inferiori, e degli iscritti nel
        loro  insieme.  L’organo  supremo  direttamente  incaricato  di  nomine  e  assegnazioni  era
        l’Orgbjuro, su cui Stalin aveva basato la sua ascesa politica. I membri del partito erano
        tenuti  a  seguire  le  direttive  dei  loro  superiori  e  in  cambio  ricevevano  promozioni  e
        vantaggi.  I  rappresentanti  della  nomenklatura  condividevano  il  potere  del  partito  e
        godevano  di  privilegi  materiali  crescenti  ed  esclusivi.  Come  la  tabella  dei  ranghi
        dell’epoca  imperiale,  la  rete  di  cariche  della  nomenklatura  divenne  parte  integrante  del
        sistema.

           Nel suo impianto ideologico, nella struttura e nella formulazione del potere politico, il

        regime  dell’Unione  Sovietica,  fondato  sul  partito,  è  stato  messo  a  paragone  con
        l’autocrazia imperiale. Si può riscontrare una continuità nel loro comune rivendicare un
        diritto divino, una competenza assoluta in ogni campo, poteri di mobilitazione sociale e di
        repressione del dissenso. In privato Stalin amava paragonarsi a Ivan il Terribile e a Pietro
        il Grande, ma il suo regno, per certe caratteristiche, ricorda anche quello di Nicola I, con
        una  nomenklatura  che  equivarrebbe  alla  nobiltà  imperiale  prerivoluzionaria,  lo
        dvorjanstvo. Entrambe rappresentavano élite privilegiate apparentemente al servizio dello
        stato o del partito, ma in pratica asservite al leader e al gruppo dirigente, da cui venivano
        tiranneggiate e da cui dipendevano. Avevano simili ruoli amministrativi e rapporti con le
        masse. La ricetta comunista per il controllo e il governo del paese, quindi, non differiva
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