Page 173 - Storia della Russia
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maggior parte dei leader rivoluzionari si trovavano all’estero: Lenin e i suoi compagni in
Svizzera, e Trockij a New York, si mossero per tornare subito in patria. A Pietrogrado,
anche i più importanti bolscevichi presenti – i primi a tornare dall’esilio interno furono
Iosif Stalin («Uomo d’acciaio», pseudonimo di Iosif Vissarionovič Džugašvili) e Lev
Kamenev («Pietra», al secolo Rosenfel’d) – inizialmente appoggiarono la posizione del
soviet, favorevole a una cooperazione condizionata con il nuovo governo. Ma Lenin stava
già formulando idee più radicali: al suo ritorno presentò le «Tesi di aprile», paragonate per
importanza a quelle di Wittenberg a opera di Lutero nel 1517, esigendo la creazione
immediata di un governo dei soviet. Invocando questa presa del potere, Lenin provocò
furiose discussioni tra i bolscevichi, ma le sue tesi, in cui riecheggiavano idee che stavano
già infiammando Pietrogrado, divennero presto la politica ufficiale del partito.
7. La popolazione russa della Russia europea crebbe da 17 milioni circa nel 1762 a 27 milioni nel 1815; poi salì a 36,5
milioni nel 1850, a 60 milioni nel 1897 e a 106,5 milioni all’epoca della Rivoluzione. Per l’impero nel suo complesso
si parla di 73 milioni nel 1861, 125 milioni nel 1897 e 170 milioni nel 1917. La crescita sembra dipendesse soprattutto
da cause naturali: un alto tasso di fertilità e la straordinaria diffusione del matrimonio. (NdA)
8. Lo zar e la sua famiglia furono arrestati. Nel luglio 1918, durante la guerra civile, mentre le forze dei bianchi
monarchici avanzavano verso Ekaterinburg/Sverdlovsk negli Urali, dove era tenuto prigioniero Nicola, le autorità
locali bolsceviche, forse su ordine di Mosca, giustiziarono tutta la famiglia imperiale. (NdA)