Page 158 - Storia della Russia
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Il fiorire della società civile e urbana: 1861-1917
L’istruzione e la stampa
Le «grandi riforme» degli anni Sessanta ebbero un forte impatto sulla vita di una società
colta e urbana. Nei decenni seguenti, nonostante i limiti imposti dalle autorità, giunsero a
piena maturazione una «sfera pubblica» indipendente e un’opinione pubblica, i cui primi
segni si potevano cogliere sotto Caterina II. Le università, da poco riorganizzate, potevano
contare su una maggiore autonomia nell’amministrazione delle facoltà e su un più ampio
numero di iscritti, ma accoglievano ancora solo una piccola parte della popolazione;
tuttavia, furono un fondamentale elemento propulsivo di istruzione, consapevolezza
sociale e cambiamento intellettuale. Negli ultimi quattro decenni del secolo gli studenti
quasi quadruplicarono, raggiungendo circa le 16.000 unità, con una provenienza sociale
sempre più varia. Molti studenti cercavano nell’istruzione, e soprattutto nelle scienze,
quelle risposte esistenziali che l’insegnamento tradizionale della Chiesa non riusciva più a
dare. Le scoperte scientifiche dell’epoca erano seguite con grande interesse. Già nel 1862
il controverso capolavoro di Turgenev, Padri e figli, sottolineava le differenze di
atteggiamento tra le generazioni, rendendo popolare il termine «nichilista» utilizzato per
Bazarov, l’eroe del romanzo, uno studente di medicina e un «uomo nuovo», il quale non
riconosce nessun valore e costume che non abbia sperimentato in prima persona; in Padri
e figli l’autore riserva a Bazarov un destino di confusione e morte. Černyševskij rispose
con Che fare? (1864), un altro «racconto di uomini nuovi», un romanzo mal scritto
sull’utilitarismo rivoluzionario e la liberazione femminile. Che fare?, al centro di molte
discussioni negli anni che seguirono le «grandi riforme» soprattutto per il peso dato alla
«questione femminile», fu il primo di una serie di romanzi radicali di terz’ordine ma di
grande influenza. Negli anni Settanta gli studenti radicali scoprirono la causa dei
contadini: come vedremo, migliaia di giovani idealisti, per placare la propria coscienza,
passeranno le estati dal 1872 al 1874 in campagna a conoscere, aiutare e educare i
contadini. Gli anni universitari, attraverso gli studi e le esperienze fatte, cambiarono la vita
anche di studenti meno radicali. Molti di loro erano poveri o insufficientemente preparati,
e le organizzazioni studentesche formarono gruppi di studio e di discussione, crearono
biblioteche e fondi per il mutuo soccorso, un modo per reagire allo scarso livello dei
servizi e dell’insegnamento. Tra il 1899 e il 1905 le richieste di miglioramento delle
condizioni, materiali e politiche, portò più volte allo scontro fra studenti e autorità negli
istituti universitari. Intanto la nuova autonomia degli atenei incoraggiava la ricerca e la
cultura. La storiografia moderna, ad esempio, raggiunse la maturità con l’opera di Sergej
Solov’ëv, fondatore della «scuola di stato» degli storici russi, e del suo allievo Vasilij
Ključevskij, entrambi professori all’Università di San Pietroburgo. Il figlio di Solov’ëv,
Vladimir divenne un influente filosofo idealista e religioso; anche lui docente a San
Pietroburgo, fu sospeso nel 1881 per aver invocato clemenza per gli assassini di
Alessandro II. Nel campo delle scienze naturali le università soppiantarono per importanza
l’Accademia delle scienze. Alla fine del secolo la comunità scientifica russa produceva
ricerche di livello internazionale, anche se le infrastrutture del paese erano inadeguate al
suo ruolo di grande potenza e la nazione dipendeva ancora tecnologicamente dalla
Germania. Tra i personaggi di caratura internazionale figurano Ivan Pavlov, primo premio
Nobel russo nel 1904 (sono celebri i suoi esperimenti sui cani), e Dmitrij Mendeleev,