Page 154 - Storia della Russia
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La Prima guerra mondiale
Lo scoppio della Prima guerra mondiale mutò completamente la situazione politica
all’interno del paese. Nel primo decennio del XX secolo la Russia non era riuscita a
rafforzare il proprio ruolo a livello internazionale: in particolare, nel 1908 era stata
umiliata dall’Austria e dalla Germania sulla questione della Bosnia e dell’Erzegovina (una
«Tsushima diplomatica», come la definì la stampa d’opposizione) e durante le guerre
balcaniche del 1912-1913 aveva fallito nel proteggere gli interessi slavi. La pericolosa
decisione di entrare in guerra nel luglio del 1914 nacque dalla necessità di dimostrare la
propria forza come grande potenza e assicurare agli alleati un appoggio credibile, nonché
di accontentare l’opinione pubblica interna. Inoltre, le trattative diplomatiche che
seguirono con gli alleati francesi e britannici circa i fini della guerra assegnavano alla
Russia, in caso di vittoria, una prestigiosa posizione dominante su Costantinopoli e sugli
Stretti. Come negli altri paesi belligeranti, lo scoppio delle ostilità provocò un’ondata di
patriottismo tra la gente comune e i parlamentari, allentando la tensione in tutta la nazione.
Solo una frangia di socialisti estremisti «zimmerwaldiani», tra cui V.I. Ul’janov (meglio
conosciuto come Vladimir Il’ič Lenin), considerò la guerra un atto imperialista e auspicò
la sconfitta della Russia. Come negli altri paesi coinvolti, si confidava in una guerra breve.
Gli eventi dimostrarono il contrario. L’iniziale avanzata russa nella Prussia orientale fu
fermata dalle forze tedesche nella disastrosa sconfitta di Tannenberg. Nel 1915 la mancata
pianificazione a lungo termine causò una gravissima penuria di munizioni ed
equipaggiamenti, cui si cercò di porre rimedio nel 1916: i rifornimenti rimasero tuttavia un
problema e fonte di tensioni politiche nelle retrovie per tutta la durata della guerra. La
Polonia russa fu occupata dai tedeschi e lo scontro con gli austriaci per la Galizia si fece
incerto, ma nel complesso l’esercito russo combatté eroicamente, nonostante gli errori, le
perdite enormi e il controllo turco e tedesco delle vie marittime, che gli impedì di ricevere
aiuti dagli alleati. La Russia ottenne vittorie contro i turchi nel Caucaso e affrontò alla pari
gli austriaci senza riuscire, tuttavia, a eguagliare mai la potenza dei tedeschi. Studi recenti
hanno rilevato l’alto livello generale della prestazione militare russa, sottolineando che
nessuno dei belligeranti fu esente da errori e battute d’arresto. Inoltre la Russia,
mantenendo aperto il fronte orientale, costrinse la Germania a combattere su due fronti. I
costi, tuttavia, furono colossali. A causa della successiva guerra civile, gli effetti della
partecipazione della Russia al primo conflitto mondiale sono stati spesso sottovalutati, ma
il suo vasto e molteplice impatto sul paese andrebbe riconsiderato. Il bisogno di truppe
mobilitò durante il conflitto 14.648.000 uomini, e le ingenti perdite spazzarono via buona
parte degli ufficiali più preparati, oltre a soldati di ogni grado, e decimarono
progressivamente i riservisti. Gli ufficiali nobili caduti venivano sempre più spesso
sostituiti da ufficiali non nobili, meno legati allo zar e ai proprietari terrieri. Nel 1916 il
reclutamento aveva ormai prodotto tre milioni di soldati di scarsa qualità, pessimo morale
e dubbia fedeltà, e il tentativo di una mobilitazione massiccia in Asia centrale provocò
un’enorme rivolta.
Nelle retrovie le sconfitte, le difficoltà di organizzazione e i problemi di rifornimento
soffocarono in fretta l’iniziale euforia patriottica. Nel corso della guerra l’economia russa
si sviluppò con estrema rapidità, con un tasso di crescita annuale superiore al 110%.
Gestire questa crescita si dimostrò però quasi impossibile: i salari dei lavoratori non