Page 130 - Storia della Russia
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Le scienze naturali
Nel XVIII secolo le scienze naturali erano appannaggio di pochi. Concentrate intorno
all’Accademia delle scienze, non furono sempre prospere. L’Accademia diede asilo a
importanti studiosi russi e stranieri, ma per gran parte del secolo la pesante macchina
amministrativa impedì la ricerca scientifica; dispute accese scoppiavano tra scienziati russi
e tedeschi e tra difensori della ricerca pura e di quella applicata. L’Accademia mantenne
contatti con la comunità scientifica europea per via epistolare, tramite l’elezione di
membri stranieri e soci corrispondenti, e attraverso la pubblicazione dei suoi «Atti» in
lingua latina, sebbene la loro diffusione non ottenne sempre il successo sperato. Avevano
rapporti internazionali anche alcuni dilettanti aristocratici, come il principe Dmitrij A.
Golicyn, ambasciatore in molte corti europee, nonché grande mediatore di informazioni e
idee, che compì esperimenti e pubblicò acclamati libri grazie ai quali divenne presidente
della Società mineralogica di Jena.
L’Accademia sviluppò una forte tradizione in campo matematico. Lo svizzero Leonhard
Euler, uno dei maggiori matematici dell’epoca, si divise tra San Pietroburgo e Berlino,
riconoscendo apertamente le favorevoli condizioni di lavoro che gli erano permesse in
Russia, dove collaborò con un altro importante accademico e matematico svizzero, il
newtoniano Daniel Bernoulli. Di grande prestigio fu anche il botanico e zoologo tedesco
Pallas, già citato come esploratore. Alla fine del secolo la maggioranza degli accademici
erano russi, molti dei quali raznočincy.
Altre fondamentali istituzioni per lo studio delle scienze furono l’Università di Mosca
(1755), la Libera società economica (1765), l’Istituto minerario (1774), l’Accademia
medico-chirurgica (1798) e la Società moscovita dei naturalisti sperimentali (1805). Nel
1800 un numero sempre crescente di giornali russi, sia periodici tecnici
(«Technologičeskij žurnal», Il giornale tecnologico, 1804-1826), sia riviste non
specialistiche come le «Ežemesjačnye sočinenija» (Pubblicazioni mensili)
dell’Accademia, si occupavano ormai di scienze. Sotto Caterina II la cultura scientifica si
diffuse anche nelle province: il viaggiatore americano John Ledyard trovò nel 1787 a
Irkutsk (Siberia), in una società viva e prospera, «un circolo gioviale, ricco, educato e
scientificamente preparato come fossimo a San Pietroburgo», con «discepoli di Linneo»
che si unirono a lui nell’esplorazione della zona. Nel 1789 il giornale di Irkutsk «Irtyš
prevraščajuščijsja v Ipokrenu» (L’Irtyš che si trasforma in Ippocrene) pubblicò estratti dai
Principia di Newton. Abbiamo notizia di simili attività anche in altri centri siberiani e in
città portuali come Archangel’sk. Anche se in Russia la cultura scientifica non era solida e
diffusa come ad esempio in Francia o in Gran Bretagna, J. Scott Carter ha affermato che
nel 1800 «la Russia aveva ormai sviluppato un’ampia e vitale comunità di scienziati e
tecnici che organizzava la divulgazione di una moderna cultura scientifica, consigliava e
serviva lo stato e contribuiva a consolidare e ampliare la tradizione scientifica del paese».
Nella prima metà del XIX secolo la crescita costante delle istituzioni educative, delle
tipografie e degli scambi internazionali favorì ulteriormente lo sviluppo scientifico,
nonostante le resistenze e l’ottusa censura degli ultimi anni dei regni di Alessandro I e di
Nicola I. Così Nikolaj Lobačevskij, fondatore della geometria non euclidea, e altri
notevoli matematici continuarono la tradizione di Euler. Fin dall’epoca di Pietro si erano
fornite solide basi alla medicina e alla farmacia con medici occidentali e russi di