Page 129 - Storia della Russia
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1825 ospitò opere e balletti russi. La musica entrò così a far parte della cultura dell’élite e
molti nobili facoltosi crearono orchestre private, alcune delle quali composte da servi della
gleba. Tipicamente russa fu la banda di corni, nata intorno al 1750 e rimasta in auge fino
agli anni Trenta dell’Ottocento; era formata da 36 corni di differente lunghezza che
tenevano ognuno una singola nota: i suonatori erano istruiti in modo da mantenere una
sincronia e un’armonia perfette. Nonostante la popolarità raggiunta dall’opera romantica
occidentale all’inizio dell’Ottocento, Michail Glinka, il primo grande compositore russo,
adottò melodie popolari nelle sue opere Una vita per lo zar (1836, conosciuta anche come
Ivan Susanin, il nome del suo protagonista) e Ruslan e Ljudmila (1842). I compositori
Aleksandr Dargomyžskij e Aleksandr Serov crearono le loro composizioni usando lo
stesso stile; il principale erede di Glinka, Milij Balakirev, e i più famosi compositori
classici russi furono attivi nei successivi decenni del secolo. Nel XVIII secolo la musica
sacra ricevette un notevole slancio grazie allo straordinario compositore ucraino Dmitrij
Bortnjanskij, che cominciò studiando e scrivendo opere in Italia per poi divenire direttore
del Coro della cappella di corte nel 1777. Nel XIX secolo un simile ruolo fu rivestito
(1837-1861) da Aleksej L’vov, che compose anche musica profana e fu autore dell’inno
nazionale dell’impero Dio salvi lo zar (1833).