Page 128 - Storia della Russia
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Arte, architettura e musica

        La fondazione dell’Accademia delle arti nel 1757 fu un evento cruciale per lo sviluppo
        delle  arti  visive.  I  maggiori  ritrattisti  russi  del  XVIII  secolo,  Vladimir  Borovikovskij,
        Dmitrij  Levickij  e  Fëdor  Rokotov,  erano  tutti  usciti  dall’Accademia.  Seguivano  stili
        classici,  più  formali  rispetto  al  successivo  classicismo  «romantico»  del  loro  collega
        ottocentesco  Orest  Kiprenskij.  Gli  artisti  russi  della  generazione  seguente  ottennero
        riconoscimento a livello internazionale, in particolare Karl Brjullov e Aleksandr Ivanov.

        Entrambi  si  erano  formati  e  avevano  lavorato  in  Italia  e  la  loro  opera  è  chiaramente
        influenzata dai modelli occidentali e dal Romanticismo. L’avvento della pittura realistica
        con soggetti russi degli anni Sessanta fu preannunciata dalle straordinarie marine di Ivan
        Ajvazovskij (attivo per tutto il secolo), dai dipinti di stampo hogarthiano di Pavel Fedotov
        e dalle immagini rurali naturalistiche, anche se idealizzate, di Venecianov, già citato in
        precedenza come il primo pittore di tematica contadina.

           Nel XVIII secolo la scultura non si diffuse molto: l’opera più famosa del periodo, la
        statua di Pietro il Grande, Il cavaliere di bronzo (1782), fu scolpita dal francese Etienne
        Falconet. Negli anni tra il 1800 e il 1830, però, quest’arte subì un notevole sviluppò e
        raggiunse la sua maturità grazie a un gran numero di artisti di talento: tra i celebri gruppi
        statuari che adornano Mosca e San Pietroburgo molti risalgono a quest’epoca. Il XVIII
        secolo  e  l’inizio  del  XIX  rappresentano  l’apogeo  del  neoclassicismo  moscovita,  della
        costruzione  di  Pietroburgo  e  delle  residenze  imperiali  circostanti,  nonché  dei  palazzi
        aristocratici  intorno  alle  due  capitali.  Il  «maestro  del  Barocco»  Bartolomeo  Rastrelli
        costruì l’ultima versione del Palazzo d’Inverno (1754-1764) e ampliò i palazzi di Peterhof
        (1746-1752) e di Carskoe Selo (1748-1756). Sotto Caterina II dominò lo stile neoclassico,

        ma  apparvero  anche  edifici  gotici.  Caterina  reclutò  un  gran  numero  di  importanti
        architetti, tra cui il palladiano scozzese Charles Cameron, attivo soprattutto a Carskoe Selo
        e a Pavlovsk, e Georg Veldten, che progettò i moli lungo la Neva. Nella San Pietroburgo
        del XIX secolo i modelli greci e romani ispirarono il Kazanskij Sobor, la cattedrale della
        Madre di Dio di Kazan’ (1801-1811), di Andrej Voronichin e il Palazzo della Borsa (1805-
        1810)  di  Thomas  de  Thomon.  Quest’ultimo  era  parte  di  un  vasto  progetto  di
        riorganizzazione  dell’area  settentrionale  della  città  elaborato  da  Carlo  Rossi  sotto
        Alessandro I e Nicola I, che si concluse con l’eclettica cattedrale di Sant’Isacco (1818-
        1858),  opera  di  Alexandre  Montferrand.  Dopo  la  distruzione  del  1812,  Mosca  venne
        ricostruita. Un’importante opera commemorativa fu la chiesa del Cristo Salvatore (1839-
        1883) di Constantin Ton, nel cosiddetto stile russo-bizantino; demolita da Stalin negli anni
        Trenta del Novecento e sostituita con una piscina, è stata ricostruita tra il 1990 e il 2000.

           Dopo decenni di supremazia italiana, intorno al 1780 nella Russia imperiale cominciò a
        svilupparsi una tradizione musicale autoctona. Nacquero le prime opere russe, composte
        soprattutto da M. Sokolovskij e da E. Fomin (quest’ultimo aveva studiato in Italia), che
        mescolavano melodie popolari a elementi italiani. Le prime orchestre russe si formarono

        alla fine del XVIII secolo. La Società filarmonica di San Pietroburgo, fondata nel 1802,
        promosse la diffusione della musica europea contemporanea attraverso cicli di concerti cui
        parteciparono anche grandi celebrità europee come Berlioz e Liszt; intanto una compagnia
        stabile d’opera italiana diffondeva nella capitale la musica di Rossini, Bellini e Verdi. A
        Mosca,  nel  1776  fu  fondato  il  teatro  Bol’šoj  («grande»),  che  dopo  la  ricostruzione  nel
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