Page 112 - Storia della Russia
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La Russia e i confini del mondo europeo
Le relazioni internazionali, il rafforzamento interno, la scoperta di sé
«La Russia è uno stato europeo» affermava Caterina la Grande nella sua Istruzione del
1767. Ma a molti europei la Moscovia era apparsa come un paese alieno, «un regno rozzo
e barbaro» o al massimo, come in A Brief History of Moscovia (1682) di John Milton, «la
più settentrionale tra le regioni europee considerata civile». Pietro il Grande l’aveva
proiettata dal punto di vista culturale, diplomatico e materiale nell’universo europeo e,
nonostante alcune resistenze e un po’ di scetticismo all’estero, questo processo fu
completato dai suoi successori nei due secoli seguenti. Dopo il 1763 Caterina continuò
con successo le imprese militari della Guerra dei sette anni e umiliò gli ottomani in due
guerre, 1768-1774 e 1787-1792, smembrando la Polonia nelle spartizioni del 1772, 1793 e
1795. Questi avvenimenti consolidarono il ruolo della Russia tra le maggiori potenze
europee. Grazie alla sua prestigiosa mediazione con la Francia nel trattato di Teschen
(1779), che pose fine alla Guerra di successione bavarese, Caterina cominciò ad avere una
forte voce in capitolo negli assetti interni dell’Europa centrale e la sua neutralità armata
(1780) dettò legge sul mare alla potente marina britannica. Le sue enormi acquisizioni
territoriali estesero ancora di più verso ovest e verso sud i confini dell’impero.
L’annessione dell’Ucraina meridionale, della Crimea e della Polonia orientale fornirono
a Caterina una vasta distesa di terreni fertili e posero le basi per lo sviluppo di una marina
nel sud. Le implicazioni strategiche di queste acquisizioni rivelarono il loro pieno
potenziale solo nel XIX secolo. Il confine meridionale ora seguiva le coste settentrionali
del Mar Nero e con il trattato di Küciü’k Qainargè (1774) i turchi concessero alle navi
russe non armate l’accesso al Mediterraneo attraverso lo stretto dei Dardanelli. Ma se
prima Austria e Russia avevano fronteggiato da alleate il pericolo ottomano, ora il
crescente potere russo minacciava gli interessi austriaci a sud del Danubio; il potere navale
di Caterina sfidava, invece, Francia e Inghilterra nel Mediterraneo. La «questione
d’Oriente», cioè la rivalità tra grandi potenze per gli Stretti, iniziò con Küciü’k Qainargè.
Inoltre, grazie alla spartizione della Polonia, la Russia finì per confinare con altre due
grandi potenze, Prussia e Austria, e avrebbe potuto trovarsi simultaneamente in conflitto
con diverse grandi potenze lungo tutte le frontiere sudoccidentali, occidentali e
nordoccidentali (baltiche): una condizione militarmente insostenibile. Anche se
Alessandro I, dopo il 1815, cercò di mantenere un esercito due volte maggiore di Austria e
Prussia messe insieme, la Russia aveva comunque bisogno di un sistema di alleanze che
non la lasciasse scoperta. Da principio questa sicurezza le fu garantita dal sistema di
consultazione dei congressi, istituito dopo quello di Vienna, ma i fallimenti diplomatici di
Nicola I portarono la Russia a scontrarsi con gli altri grandi paesi negli anni Cinquanta, da
cui l’esito catastrofico della Guerra di Crimea. Il trattato di Parigi segnò la fine del sistema
dei congressi.