Page 725 - Profili di Storia
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                                             Unità 28
                                             Le mentalità medievali



                  al ferraro s’apartiene, le sue fucine ardeva-  così tornò subitamente indietro, e ll’abate si  quale è pieno d’ogni inganno e tradimenti;
                  no a modo d’ardentissime fornaci e ciascu-  segna e racomandasi a Dio e disse così: «O  noi siamo legati molto forte e non veggia-
                  no martellava per sì gran forza e con tanto  figliuoli miei, levate più alta la vela e navi-  mo da chi né chi ci tiene, onde la nostra vi-
                  romore che se non fosse altro Inferno quel  chiamo più forte acciò che noi possiamo  ta è sempre dolorosa e sempre sarà». E
                  sarebbe paruto troppo. E veggendo san  fuggire di questa isola, ché c’è male stare».  quando i frati udirono queste parole ebbo-
                  Brandano e’ suoi frati tutte queste cose le  E avendo detto queste cose, incontanente  no grande compassione e pregano Iddio
                  quali erano sì crudeli e sì spaurose a vede-  e’ venno uno mal vecchio barbuto in su lo  che gli guardasse da queste pene. E guar-
                  re, disse san Brandano a’ suoi frati: «Frati  lido del mare e recava in mano una tanaglia  dando eglino inverso l’isola e’ viddono
                  miei, questo sì è reo luogo da stare , i’ò  e una pala di ferro tutta ardente di fuoco, e  questo uomo chera ignudo er era menato al
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                  gran compassione di queste cose ch’io veg-  veggendo egli che la nave era partita, elli la  tormento e udiva le boci che gridava e di-
                  gio e perciò nonn’è d’andarvi presso se noi  gitta lor dietro quella pala del ferro, ma co-  ceva: «Al fuoco, al fuoco!». E altri diceva:
                  ce ne possiamo guardare».           me piacque a Dio ella no lli giunse, ma do-  «All’acqua!». E molte altre parole udivano
                  E avendo detto queste parole, e’ venne un  ve ella diede tutta l’acqua fe bollire forte-  assai piggiori, e in queste parole l’acqua del
                  gran vento e molto forte, e menò la nave  mente. E avendo veduto questo fatto egli-  mare venne tutta torbida e pareva gittasse
                  presso a questa isola, e sì come piacque a  no ebbono veduti in sulla riva una grande  fiamma e puzzo molto orribile, e per que-
                  Dio questa nave passò oltre con salvazione;  multitudine di sozzi uomini come fu lo pri-  sto e’ frati vennono molto sbigottiti tal che
                  essendo la nave di lungi un tratto di bale-  mo; e aveva ognuno in mano una gran maz-  non sapevano dove si fossono né dove do-
                  stro , e’ frati udivano uno ismisurato vento  za di ferro tutta ardente di fuoco e rendeva  vessono andare, ma co ll’aiuto di Dio pur
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                  e romore di martelli, e battevano i martelli  una gran puzza. E di queste mazze e del-  si partirono di così brutto luogo.
                  su per l’ancudini. E udendo san Brandano  l’altre traevano loro dietro, mai non gliene
                  questo romore e’ si comincia a segnare e dis-  giunse veruna, ma un gran puzzo faceva, e
                  se così: «O signore Iddio, debbiaci iscam-  faceva bollire l’acqua ben tre dì [...].  4. Vale a dire: è un luogo molto brutto.
                  pare da questa isola se a voi piace». E aven-  Eglino udivano boci che gridavano molto  5. La distanza che corre tra la nave e la riva è solo
                  do così detto, inmantenente e’ venne uno  dolorosamente e dicevano: «O padre san-  quella ricoperta dal lancio di una freccia di balestra.
                  uomo di questa isola inverso loro el quale  to e servo di Dio, priega per noi miseri ta-
                  era vecchio e aveva la barba molto lunga, e  pini, sappi che noi siamo presi a mal nostro
                  nero e piloso a modo d’uno porco, e apuz-  grado e contra a nostra voglia, volentieri  GUIDAALLALETTURA
                                                                                           1. Come è rappresentata l’isola dell’inferno?
                  zava molto forte. E così, tosto come questi  verremmo da voi ma non possiamo, dolen-  2. Come vengono descritti gli abitanti dell’isola
                  servi di Dio ebbeno veduti, questo uomo  te a noi che mal nascemmo al mondo el  infernale?





                                             Il potere delle reliquie
                                             Ci sono degli oggetti che più di altri mettono la realtà celeste in diretto contatto con quella terre-
                                             na: sono le reliquie, testimonianze tangibili della vita terrena di Cristo e dei santi. Era sulle reli-
                                             quie che si prestavano i giuramenti solenni, ed era alle reliquie che ci si rivolgeva per ottenere una
                                             grazia o trovare protezione: in un mondo dominato dall’incertezza, le reliquie offrivano una me-
                                             dicina preziosa e potente. Guiberto, che agli inizi del XII secolo fu abate del monastero di No-
                                             gent-sous-Coucy, nei pressi di Laon, nella Francia del Nord, cercò di accreditare una straordina-
                                             ria storia che faceva risalire le reliquie del monastero (che erano addirittura delle reliquie di Cri-
                                             sto) alla figura del leggendario re Quilio, recatosi in Palestina poco dopo la morte di Gesù e quin-
                                             di ritornato in Francia.



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                  Guiberto di Nogent, La mia vita, 2,1  velato nelle estreme terre delle regioni oc-  egli chiese, col cuore pieno di fede, il dono
                                                      cidentali le parole di questa nuova pienez-  di sacre reliquie, cioè oggetti che erano sta-
                  Udito ciò, Pietro insieme al gruppo dei  za. Essi dunque trasmisero a quell’uomo la  ti a contatto del corpo del Salvatore: un
                  suoi che, sotto la guida di Maria, glorifica-  regola della fede, lo purificarono con l’ac-  pezzo di quelle corde con cui il Signore era
                  va il cielo, adorarono la magnificenza di  qua del battesimo e gl’imposero il nome di  stato legato al palo, un pezzo di quei fla-
                  Dio e del Figlio dell’uomo. Da poco tempo  Quilio. Fortificato dunque alla scuola di  gelli con cui un’empia mano aveva segnato
                  Egli aveva portato la salvezza in terra, e i  così grandi maestri nella comprensione del  le sue sante membra, un altro della corona
                  predicatori non si erano ancora sparsi per  sacramento ricevuto, quando fu sul punto  di spine che aveva recinto la sacra testa, un
                  il mondo a predicare; ma Dio aveva già ri-  di accomiatarsi per tornare alla sua terra,  altro ancora del legno della croce a cui era


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