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Unità 28
Le mentalità medievali
pente; e scopre che i contadini della zona rendono onore al cane come martire attraverso riti tau-
maturgici (soprattutto rivolti ai bambini) che si svolgono presso la tomba del cane.
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Da J.-C. Schmitt, Il santo levriero. Guinefort guaritore di la del bambino; a tal vista, il levriero, che ni, avendo udito parlare del nobile com-
bambini, Torino 1982, pp. 5-7
era rimasto lì accanto, inseguendo il ser- portamento del cane e sentito dire come
pente e aggredendolo sotto la culla, la ro- fosse stato ucciso, benché innocente e per
Occorre parlare delle superstizioni oltrag- vesciò e coprì di morsi il serpente che si di- un’azione dalla quale avrebbe dovuto rica-
giose, delle quali alcune sono oltraggiose fendeva e mordeva a sua volta il cane; il ca- vare del bene, presero a visitare il luogo, a
nei confronti di Dio, altre del prossimo. ne finì per ucciderlo e lo scagliò lontano render onore al cane come a un martire, a
Sono oltraggiose nei confronti di Dio le su- dalla culla. La culla, al pari del pavimento, pregarlo per le loro infermità e bisogni, e
perstizioni che rendono onori divini ai de- del muso e della testa del cane, rimasero molti rimasero così vittime delle seduzioni
moni o a qualche altra creatura, come fa l’i- tutti macchiati dal sangue del serpente, e e delle illusioni del diavolo che servendosi
dolatria e come fanno le misere donne che ridotto al mal partito, il cane rimase in pie- di ciò induceva gli uomini in errore. Ma so-
gettano le sorti e cercano la salvezza ado- di accanto alla culla. prattutto le donne che avevano bambini
rando il sambuco o facendogli delle offer- Quando la nutrice rientrò credette, a tal vi- malati e deboli li conducevano in questo
te, disprezzando le chiese e le reliquie dei sta, che il bambino fosse stato divorato dal luogo, e in un borgo fortificato distante
santi, conducendo a questi sambuchi o ai cane e lanciò un fortissimo urlo di dolore; una lega andavano a cercare una vecchia
formicai o ad altre cose i propri figli al fine avendolo udito, la madre del bambino ac- che insegnava loro il modo rituale di agire,
di ottenerne la guarigione. È appunto corse a sua volta, vide e credette la stessa di fare offerte ai demoni, di invocarli, e che
quanto recentemente accaduto nella dio- cosa, e anch’essa gridò. Analogamente, so- le conduceva poi in questo luogo. [...]
cesi di Lione dove, predicando io contro i praggiunto anche il cavaliere, credette la Noi ci siamo recati in quel luogo, abbiamo
sortilegi e ascoltando le confessioni, nume- stessa cosa e, estratta la spada, uccise il ca- convocato il popolo e abbiamo predicato
rose donne mi confessarono di aver con- ne. Ma poi, avvicinandosi al bambino, lo contro tutto ciò che è stato qui detto. Ab-
dotto i propri figli a san Guinefort. E poi- trovarono sano e salvo e dolcemente ad- biamo fatto esumare il cane e tagliare il bo-
ché credevo trattarsi di un qualche santo, dormentato. Cercando di capire, scopriro- sco sacro e lo abbiamo fatto bruciare assie-
feci un’inchiesta e venni infine a sapere che no il serpente sbranato e ucciso dai morsi me allo scheletro del cane. E ho fatto affig-
si trattava di un cane levriero, ucciso nella del cane. Si resero allora conto di quale era gere dai signori di quella terra un editto
seguente maniera. la verità dell’accaduto e, dolendosi di aver che prevedeva il sequestro e il riscatto dei
Nella diocesi di Lione, presso il villaggio ucciso sì ingiustamente un cane che si era beni di coloro che d’ora innanzi si fossero
delle monache chiamato Noville, sulla ter- loro rivelato a tal punto utile, lo gettarono recati in quel luogo per questo motivo.
ra del signore di Villars, si trovava un tem- in un pozzo sito davanti alla porta del ca-
po un castello il cui signore ebbe dalla pro- stello, gli gettarono sopra un grandissimo
pria sposa un figlio. Un giorno, mentre il si- mucchio di pietre e piantarono accanto al-
gnore e la dama erano usciti di casa, e beri in memoria di questo fatto. GUIDAALLALETTURA
1. Perché il popolo venerava il levriero come un
ugualmente aveva fatto la nutrice lasciando Il castello fu distrutto per volontà divina e santo?
solo il bambino nella culla, un enorme ser- la terra, ritornata allo stato di un deserto, 2. In che modo le istituzioni ecclesiastiche
pente entrò in casa e si diresse verso la cul- abbandonata dagli abitanti. Ma i contadi- valutavano questi atteggiamenti popolari?
Miracolo!
La fede nei miracoli è parte integrante della sensibilità medievale. Se ai livelli più alti della co-
scienza religiosa essi possono apparire addirittura come non necessari alla fede e ininfluenti ai fi-
ni della salvezza eterna, il popolo, al contrario, si nutre di meraviglie e di prodigi, e nel contatto
costante con il soprannaturale trova motivi di serenità e di speranza. Ecco alcuni episodi tipici,
tratti dai noti Miracoli di santa Fede, vero e proprio inventario di questo aspetto della sensibilità
medievale.
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Da G. Duby, L’Anno Mille. Storia religiosa e psicologia nel caso della risurrezione di un animale, le arrossisca di raccontare ciò che il Creato-
collettiva, Torino 1976, pp. 77-80
per il tramite di santa Fede, non è meno de- re supremo non si è vergognato di fare. Non
gna di essere lodata e resa pubblica. È infat- sembri strano che il Creatore misericordio-
La manifestazione dell’onnipotenza divina ti sconveniente che una creatura ragionevo- so si prenda cura delle sue creature di ogni
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