Page 718 - Profili di Storia
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                                                                                      Le mentalità medievali


                        Sempre alla sfera del meraviglioso sono riconducibili quelli che gli uomini del Medioevo  LINK          p.709
                        definivano mirabilia, ossia i fenomeni straordinari come ad esempio l’apparizione di stel-  L’immaginario
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                        le comete, le eclissi lunari e fenomeni simili, che venivano considerati come preannuncio
                        di grandi mutamenti e di avvenimenti eccezionali, sia nel bene sia nel male. Le calamità
                        naturali, ad esempio, venivano interpretate come segni di una tensione, di una rottura del-
                        l’equilibrio tra Dio e gli uomini: il turbamento del normale corso delle stagioni o il so-
                        praggiungere di fenomeni climatici eccezionali (siccità, piogge di sabbia, ecc.) erano dun-
                        que visti come concreti segni ed espressioni dell’ira e della punizione divine.
                         L’uomo e la natura L’uomo medievale era profondamente integrato nella natura. Gli
                        strumenti del contadino, semplici e rudimentali, non gli consentivano di trasformare la
                        natura, ma soltanto di utilizzarla; essi non sostituivano l’uomo (come per esempio oggi
                        un trattore o una trebbiatrice meccanica), ma integravano la sua forza muscolare. Men-
                        tre quindi l’uomo moderno è separato dalla natura, quello medievale lo era in una forma
                        molto limitata. Si spiegano in questo modo alcune raffigurazioni molto diffuse nell’arte,
                        nella letteratura e nel folklore: il corpo umano è immaginato come unito alla natura, at-
                        taccato alla Terra, si immaginano uomini-pianta, alberi con testa umana, monti umaniz-
                        zati, braccia a forma di ramo, piedi con radici, e così via. Anche per questo la natura non
                        veniva misurata sulla base di criteri fissi e astratti (come per esempio il nostro sistema me-
                        trico-decimale), ma in riferimento all’uomo e al suo corpo, e in rapporto a circostanze  GUIDAALLOSTUDIO
                        concrete; per misurare un campo si faceva riferimento alle parti del corpo come il brac-  1. Qual è il significato simbolico del
                        cio, il palmo, il pollice, oppure al tempo che occorreva per ararlo o anche alla quantità di  bosco nel Medioevo?
                        semenza necessaria a seminarlo. Questi parametri variavano inoltre da regione a regione,  2. Che cosa sono i mirabilia?
                        da paese a paese.




                        4. La concezione del tempo

                         Passato e presente Anche la concezione del tempo e della storia registra una radicale
                        diversità tra mentalità medievale e mentalità moderna. Il tempo terreno era solo un fram-
                        mento dell’eternità, e la storia umana, oltre a un principio, aveva anche una fine, rappre-
                        sentata dal Giudizio Universale. La gente comune aveva una scarsa consapevolezza del-
                        lo spessore del passato e lo appiattiva sul presente. Questa scarsa cognizione della cro-
                        nologia amplificava inoltre le dimensioni della responsabilità collettiva: tutti gli esseri
                        umani portavano su di sé la terribile responsabilità del peccato originale, così come tutti
                        gli ebrei erano complici della crocefissione di Cristo. Ognuno, dunque, aveva il suo far-
                        dello, lasciato in eredità da un passato che sembrava appena di ieri.
                         Misurazione del tempo Per misurare il tempo quotidiano gli uomini del Medioevo
                        avevano un’attrezzatura piuttosto rudimentale: usavano le meridiane solari, inutili però
                        se una nube offuscava il cielo (si pensi ai lunghi e grigi inverni del Nord!); oppure le
                        clessidre, che però dovevano essere continuamente capovolte e s’inceppavano facil-
                        mente; o ancora le candele, che bruciavano tuttavia più o meno rapidamente in rap-
                        porto alla qualità e allo spessore; ma usavano anche le preghiere (il tempo di un pater e
                        di un’ave...). Il tempo degli orologi, calcolato matematicamente e scandito con regola-
                        rità, era ancora lontano.
                        Nell’economia medievale l’agricoltura era l’attività principale, e il tempo era quindi un
                        tempo agricolo, dominato dalla natura e dalle sue grandi partizioni: il giorno, la notte, le
                        stagioni. I dodici mesi dell’anno, raffigurati ovunque, nelle sculture delle chiese come ne-
                        gli affreschi, nei mosaici e nelle miniature, si distinguevano per il lavoro agricolo che a

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