Page 716 - Profili di Storia
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                                                                                      Le mentalità medievali



                        3. Lo spazio e la natura

                         L’immagine del mondo La nostra concezione del mondo e della natura ha molto po-
                        co in comune con quella degli uomini medievali. Immaginare che questi ultimi vedesse-
                        ro il mondo come lo vediamo noi, sarebbe altrettanto sbagliato quanto attribuire loro l’u-
                        so dell’automobile o del telefono.
                        Gli uomini del Medioevo immaginavano l’universo come un sistema di sfere concentri-
                        che, il cui numero variava da tre a cinquantasei. L’ultima sfera, quella divina, era consi-
                        derata parte integrante del sistema. La Terra occupava una posizione centrale nell’uni-
                        verso: attorno a essa infatti giravano il cielo, le stelle e i pianeti. Quattro erano gli elementi
                        fondamentali che la componevano: terra, acqua, aria e fuoco, il tutto racchiuso, come in
                        un guscio d’uovo, in un cielo rotondo. Il cielo lo si credeva costituito da un’aria sottile,
                        pura e splendente, a più strati, che girava emettendo suoni paradisiaci. Molto lontano dal
                        cielo vi erano le stelle, che esercitavano un’azione diretta sulla Terra: le dodici più im-
                        portanti erano le costellazioni del circolo dello Zodiaco: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro,
                        Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci. Si credeva
                        che queste costellazioni governassero direttamente le stagioni e i mesi, e che i pianeti in-
                        fluissero sui giorni della settimana, che da loro prendono il nome (il lunedì, giorno della
                        Luna; il martedì, giorno di Marte; il mercoledì, giorno di Mercurio; il giovedì, giorno di
                        Giove; il venerdì, giorno di Venere).
                         Il «meraviglioso» Oltre che la lotta tra le forze del Bene e del Male e la loro concreta
                        presenza nella vita quotidiana, gli uomini del Medioevo immaginavano il mondo affolla-
                        to di animali fantastici (grifoni, liocorni, draghi), creature mostruose, erbe ma-







                        vate nei cimiteri romani venivano spedite  ® Teca della «croce gemmata», VII-VIII sec.
                                                                        [dal Tesoro del Sancta Sanctorum,
                        ovunque ci fosse un cliente disposto a paga-  Palazzo del Laterano, Città del Vaticano]
                        re in contanti le ingenti somme richieste.
                        Possiamo ben immaginare come il traffico
                        delle reliquie offrisse occasioni d’oro agli
                        impostori. Falsari e imbroglioni, infatti,
                        spacciavano come reliquie preziose fram-
                        menti prelevati dalle sepolture della gente                                √ Reliquiario del dente di san Giovanni
                        comune. Si spiegano così le tre teste di Gio-                              [Tesoro della Cattedrale, Monza]
                        vanni Battista o il fatto che varie chiese po-                             Nei primi secoli la Chiesa romana fu contraria al
                        tessero vantare il possesso della lingua di                                trasferimento e alla manomissione dei corpi dei
                        uno stesso santo.                                                          santi, venerati in basiliche costruite sulle loro
                        Quando i crociati conquistarono la Terra-                                  tombe. Alle continue richieste di chi desiderava
                        santa, nel XII-XIII sec., si aprì una stagione                             possedere dei resti sacri, le autorità
                                                                                                   ecclesiastiche rispondevano donando reliquie ex
                        d’oro nel commercio delle reliquie. Quella                                 contactu, ossia pezzi di stoffa messi a contatto
                        regione era infatti una vera e propria minie-                              con le tombe venerate o con oli che ardevano
                        ra di oggetti sacri: frammenti di pietre del                               nei santuari. Nel corso dei secoli i corpi dei santi
                                                                                                   (insieme agli oggetti collegati con la loro vita)
                        Santo Sepolcro, sassi raccolti nell’orto di                                furono smembrati per essere venerati in luoghi
                        Getsemani o sul monte degli Ulivi, ampolli-                                diversi.
                        ne contenenti acqua del Giordano, e un’in-
                        finità di altri ricordi. Ovviamente, si trattava
                        di patacche per turisti, ma i pellegrini che le  piccolo e semplice oggetto proveniente dai  gliabile valore, un’arma efficace contro il
                        acquistavano erano convinti che anche il più  Luoghi Santi fosse un talismano d’inegua-  Demonio e i mali dell’esistenza.



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