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√ Rinaldo d’Asti è aggredito
nel bosco, XIV sec.
[Biblioteca Nazionale, Vienna]
Il bosco poteva rivelarsi un luogo
molto pericoloso per i viandanti,
soprattutto se soli. Nella foresta
poteva capitare persino di essere
aggrediti da banditi travestiti da
mercanti come succede a Rinaldo
d’Asti in una novella del Decameron
di Boccaccio, da cui è tratta questa
miniatura.
ri. Queste tensioni si riflettevano direttamente nella diffidenza e nel disprezzo che i ceti
alti provavano nei confronti dei contadini: sentimenti aspri, che hanno lasciato molte trac-
ce nella documentazione dell’epoca [®I contadini visti dagli altri].
Banditi La più frequente manifestazione della resistenza dei contadini era la fuga. I
contadini fuggivano per sottrarsi alle prepotenze dei signori, alle eccessive richieste di
VITA SOCIALE I contadini visti dagli altri
E DIRITTO
a documentazione relativa ai conta- si di rimproveri e di una continua sorve- le assunse quell’accezione spregiativa pre-
Ldini proviene in massima parte dagli glianza. sente ancora nel nostro lessico, quando par-
strati alti della società e rivela il modo in cui Questa era l’opinione comune. Ma la cultu- liamo di «villania» o diciamo che un tale «è
il mondo rurale era visto dall’esterno. ra dei ceti alti ci ha lasciato immagini ancora un villano». Il carattere del contadino era in-
Anche se la dottrina cristiana insisteva sul- più negative della figura del contadino. Pos- fatti descritto come una sintesi di tutti i vizi:
l’uguaglianza di tutti gli esseri umani al co- siamo imbatterci, per esempio, in una de- il contadino era sciocco, ma anche violento,
spetto di Dio, era diffusa negli ambienti ec- scrizione come questa, dove un giovane volgare, subdolo, astuto.
clesiastici e nobiliari la convinzione che i campagnolo appare come un essere quasi I contadini, dunque, non erano soltanto
contadini fossero comunque individui infe- animalesco: «Aveva un gran ceffo più nero sfruttati dalla società feudale; erano anche
riori. Non sapevano né leggere né scrivere, e di un pezzo di carbone e ci correva più di un messi in ridicolo dalla letteratura e dall’arte.
per accedere alle Sacre Scritture avevano bi- bel palmo fra i due occhi, e aveva grandi go- Tra i due fenomeni – lo sfruttamento e la
sogno della mediazione altrui. La loro fede te e un enorme naso appiattito e grosse nari- rappresentazione negativa – c’è una connes-
era malferma ed esposta a improvvise rica- ci larghe e labbra tumide più rosse di carne sione evidente. Lo squilibrio di ricchezza tra
dute nel paganesimo, e molte delle loro cre- ai ferri e dei dentoni gialli e brutti». i grandi proprietari e i lavoratori dei campi
denze erano ancora permeate di temi pri- A questi tratti somatici disgustosi corri- era infatti così forte che il mondo dei primi
mordiali, residui di un mondo che non ave- spondeva ovviamente un’indole perversa. aveva ben poco in comune con quello dei se-
va ancora conosciuto il messaggio di Cristo. Basti riflettere sulla stessa parola «villano», condi. L’alimentazione, l’igiene, i vestiti, le
Spesso i loro costumi erano lontani dall’i- derivata dal nome dell’azienda agricola, la case, il modo di parlare, il modo di muover-
deale cristiano della castità e della morigera- villa. In origine, essa indicava semplicemen- si, i divertimenti, i sentimenti: quasi tutto era
tezza. I rustici erano come bambini bisogno- te i lavoratori dei campi, ma già in età feuda- diverso in un signore e in un villano.
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