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I Longobardi DOSSIER
in Italia
’ invasione dei Longobardi, preceduta dalla devastante guerra greco-gotica e da una terribile Quali erano le
L pestilenza [®DOC1] che avevano spopolato città e campagne, rappresentò per l’Italia una caratteristiche del
vera e propria cesura: questi avvenimenti, infatti, segnarono il crollo definitivo del sistema econo- regno longobardo?
mico, sociale e politico di tradizione romana e portarono la penisola a una condizione di decaden-
za economica e demografica.
Il popolo dei Longobardi,il cui nome presumibilmente derivava dall’usanza di portare capelli e bar-
be lunghe [®DOC2], proveniva dalle regioni dell’Europa settentrionale e probabilmente era mi-
grato a causa di pressioni di altre tribù germaniche o a causa della mancanza di terre fertili
[®DOC3]. I Longobardi, guidati dal loro re Alboino, penetrarono in Italia praticando razzie e sac-
cheggi [®DOC4].Alla morte di Alboino seguì un lungo periodo di anarchia,di cui profittarono i du-
chi per consolidare il loro potere. Si deve al re Autari l’opera di rafforzamento della monarchia e il
ridimensionamento dell’autorità dei duchi. Il consolidamento del regno longobardo è testimoniato
anche dalla promulgazione, nel 643, per volontà di re Rotari di un codice di leggi. L’editto di Rotari
è un documento importantissimo sia sul piano giuridico – è la prima codificazione scritta (in latino)
delle leggi e delle usanze tradizionali dei Longobardi – sia sul piano sociale, perché ci offre uno
spaccato della struttura sociale longobarda [®DOC5].
Una terribile epidemia
Lo storico Paolo Diacono, fonte importante per la storia del popolo dei Longobardi, descrive la
terribile epidemia che colpì le popolazioni dell’Italia nel periodo della conquista longobarda.
DOC1
Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, II, 4 ti, apparivano immersi in un silenzio tota- nevano all’avvicinarsi dell’inverno con i
le. Fuggivano i figli, lasciando insepolti i grappoli splendenti ancora sui tralci. Di
Cominciarono a formarsi nell’inguine degli cadaveri dei genitori; i genitori, dimentica- notte e di giorno risuonava una tromba di
uomini e in altri punti particolarmente de- ti l’amore e la pietà, abbandonavano i figli guerra e molti sentivano come il rumoreg-
licati ghiandole della grossezza di una no- in preda alla febbre. E se qualcuno per ca- giare di un esercito. Non c’era traccia di
ce o di un dattero, cui seguiva una febbre so era spinto dall’antico senso di carità a uomini per le strade, non si vedeva nessu-
intollerabilmente alta, tale che in capo a tre voler seppellire il suo prossimo, restava no che ferisse, eppure i cadaveri dei morti
giorni l’uomo moriva. Se però qualcuno egli stesso insepolto; e mentre eseguiva il giacevano a perdita d’occhio. I pascoli si
riusciva a superare i tre giorni, allora aveva rito, veniva colpito dalla morte; mentre erano trasformati in luoghi di sepoltura per
speranza di salvarsi. Dappertutto era lutto, compiva l’ufficio funebre per un morto, il gli uomini e le case degli uomini in rifugi
dappertutto lacrime. suo stesso cadavere restava senza ufficio. per le bestie.
Poiché si era sparsa la voce che fuggendo si Il mondo era riportato all’antico silenzio:
poteva scampare al flagello, le case veniva- nessuna voce nelle campagne, nessun fi-
no abbandonate dagli abitanti e solo i cani schio di pastori, nessun agguato degli ani- GUIDAALLALETTURA
vi restavano a fare la guardia. Le greggi ri- mali da preda sulle greggi, nessun attacco 1. Quali effetti fisici provocò l’epidemia?
manevano da sole nei pascoli, senza più pa- agli uccelli domestici. Passato il tempo del- 2. L’epidemia ebbe delle ripercussioni anche sul
store. Le tenute e i castelli prima pieni di la mietitura, i campi aspettavano intatti chi paesaggio? Da quali elementi lo deduci?
3. L’epidemia influì anche sulle relazioni sociali e
folle di uomini, il giorno dopo, fuggiti tut- li mietesse; perdute le foglie, le vigne rima- familiari?
Le origini dei Longobardi
L’autore anonimo dell’Origine del popolo longobardo scrisse la sua opera nel VII secolo e ci tra-
manda una versione del mito sull’origine del nome dei Longobardi, che sarebbe legato all’usanza
di portare barba e capelli lunghi.
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