Page 512 - Profili di Storia
P. 512
P2_Modulo06.qxp 19-03-2010 11:47 Pagina 497
Unità 20
L’età della crisi e delle riforme
merati – di gran lunga i più numerosi – che contavano poche migliaia di individui. Ciò ceto
che accomunava tutti questi organismi era anzitutto il fatto di possedere, per riconosci- Gruppo sociale caratterizzato da
alcuni elementi, come il prestigio
mento del potere centrale, quelle istituzioni che qualificavano appunto la città romana: (derivante dalla nascita o dalla
un consiglio che raccoglieva i cittadini eminenti e dei magistrati. Ma la città doveva ave- professione), lo stile di vita
re anche tutte quelle strutture – piazze, templi, terme, teatri, anfiteatri, ecc. – che quali- (abbigliamento, abitazioni,
istruzione, ecc.), i diritti politici, che
ficavano il modo di vita romano. Le città, infatti, erano le cellule che diffondevano la cul- lo distinguono da altri gruppi.
tura romana nell’organismo, complesso e diversificato, dell’impero.
Una compagine gigantesca e potente come quella romana lascia immaginare che le pro-
vince pullulassero di decine di migliaia di impiegati e di funzionari che garantissero al go-
verno centrale un controllo capillare e diretto dei territori. Nulla di più falso. Ciascuno
dei circa quaranta governatori cui erano affidate le province poteva contare su poche cen-
tinaia di addetti. Questa organizzazione poteva essere così esile perché la vera e propria
amministrazione dell’impero era affidata alle città. Spettavano alle città, nei territori di lo-
ro competenza, la percezione dei tributi, l’amministrazione della giustizia, la tutela del-
l’ordine pubblico.
Integrare I governanti romani non tolleravano rivolte né disobbedienze e sapevano
esercitare, al momento opportuno, la politica del terrore. Ma sapevano anche che un im-
pero di simili dimensioni non poteva essere tenuto soltanto con gli eserciti e con le mi-
nacce. Per questo motivo, essi cercarono, parallelamente, di integrare le popolazioni lo-
cali nella gestione politica. In una società basata su forti squilibri sociali come quella ro-
mana, l’integrazione riguardava in primo luogo i ceti alti delle province. Si trattava di di-
scendenti di italici (cittadini romani) trapiantatisi nelle province o di individui di origine GUIDAALLOSTUDIO
provinciale che avevano ottenuto da una o più generazioni la cittadinanza romana. Nel II 1. Quanti abitanti vivevano
nell’impero romano nel II secolo? E su
sec. d.C. erano ormai molti i provinciali che sedevano nel senato di Roma o che occupa- quanti continenti si estendeva?
vano cariche importanti nell’amministrazione dell’impero. Ma lo stesso trono imperiale, 2. Che cosa intendevano i Romani
con l’espressione civilitas?
da quando vi fu chiamato il grande imperatore Traiano (98-117 d.C.) – appartenente al- 3. Attraverso quali strumenti l’impero
l’aristocrazia romana di Spagna – era considerato accessibile ai Romani delle province. controllava le province?
√ Il teatro di Leptis Magna
in Libia
497