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Unità 19
La nascita del cristianesimo
Difese cristiane: «viviamo nel mondo insieme con voi»
I Cristiani reagivano in vario modo alle accuse dei pagani. Alcuni gruppi intensificavano i loro at-
tacchi alla religione dei pagani e al loro modo di vita. Altri cercavano di diffondere un’immagine
più rassicurante delle comunità cristiane: i Cristiani, dicevano, erano buoni cittadini, rispettava-
no le leggi, aderivano a molti aspetti della morale pagana. Ecco, da un’opera di Tertulliano, i ti-
pici argomenti con i quali i Cristiani controbattevano le accuse pagane.
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Tertulliano, Apologetico, 35, 1-2; 38, 1-4; 43,1-5 sciamo comune a tutti. In quanto poi ai vo- vostra disposizione. Come possiamo appa-
stri spettacoli, noi vi rinunciamo senza rirvi inutili, se in mezzo a voi e di voi noi
Voi andate dicendo che i cristiani sono ne- sforzo, poiché non solo ci sentiamo estra- viviamo, non so davvero. Anche se non
mici pubblici perché non tributano agli im- nei alle loro origini, che sappiamo derivate partecipo nei giorni di festa alle tue ceri-
peratori onori fatui, onori insinceri o sfron- da superstizione, ma siamo anche insensi- monie, sono uomo ugualmente. Non fac-
tati; ed anche perché, seguaci di una reli- bili a ciò che in essi si rappresenta. La no- cio il bagno all’alba, durante i Saturnali,
gione vera, preferiscono celebrare le solen- stra lingua, i nostri occhi, le nostre orecchie per non perdere insieme la notte e il gior-
nità imperiali nell’intimo della loro co- nulla hanno in comune con la follia dei vo- no : ma lo faccio ad un’ora conveniente, sì
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scienza anzi che nella pubblica sfrenatezza. stri circhi, con l’oscenità dei vostri teatri, che non nuoccia alla salute e mi conservi e
Grande omaggio davvero accendere fuo- con la crudeltà delle vostre arene, con la il calore e il colorito. Avrò sempre tempo
chi e imbandire mense all’aperto, banchet- frivola ostentazione dei vostri portici. [...] da morto di rabbrividire e di sbiancarmi
tare nelle vie e nelle piazze, dare a tutta la Ma c’è ancora un’altra accusa che voi ri- dopo il bagno.
città l’aspetto di una taverna, mescolare vi- volgete contro di noi: quella di essere im-
no al fango e correre qua e là in bande per produttivi e del tutto inutili alla collettività.
aggredire e per abbandonarsi a volgare li- E come potremmo esserlo, dal momento
bertinaggio! La pubblica gioia si manifesta che viviamo in mezzo a voi, che come voi ci
dunque con la vergogna pubblica? Nelle nutriamo e ci vestiamo, e che abbiamo le 1. I sollemnia Caesarum celebravano il giorno natale
solennità dei principi sarà permesso ciò vostre stesse esigenze di vita? Non siamo dell’imperatore e l’anniversario della sua ascesa al
trono.
che si vieta negli altri giorni? bramani o gimnosofisti indiani , abitanti 2. Secondo una concezione diffusa all’epoca, i bra-
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Ma v’è di più. Non doveva neppure consi- delle foreste e transfughi della vita! Sap- mani, casta sacerdotale induista, erano definiti «gim-
derarsi tra le sètte illecite questa nostra co- piamo bene di dovere essere grati a Dio, Si- nosofisti» perché si riteneva vivessero nudi, pratican-
munità, dal momento che in essa nulla si gnore e Creatore di tutte le cose: non c’è do l’ascesi, in mezzo ai boschi.
commette di quanto si teme possa prove- frutto delle sue opere che noi ripudiamo, 3. I Romani solevano prendere il bagno tutti i giorni,
prima del pasto principale. Nell’epoca dei Saturnali,
nire da parte delle sètte illecite. La tutela ma ci guardiamo dal farne uso smodato o celebrati dal 17 al 23 dicembre, si usava mettersi a
dell’ordine pubblico, se io non m’inganno, dall’usare a sproposito. Pertanto, senza banchetto così presto che il bagno si prendeva di pri-
costituisce il motivo principale per cui si evitare il Foro, i mercati, i bagni, le botte- missimo mattino.
condanna ogni genere di associazione. [...] ghe, le officine, gli alberghi, le vostre fiere
Noi, indifferenti ad ogni ambizione di po- e tutti gli altri luoghi ove si commercia, noi
tere e di gloria, non abbiamo alcun bisogno viviamo nel mondo insieme a voi. Con voi
di costituirci in partito: non v’è cosa a noi navighiamo, militiamo, coltiviamo la terra GUIDAALLALETTURA
più estranea della politica, dal momento e commerciamo: con voi scambiamo i pro- 1. A quali argomentazioni in difesa dei Cristiani fa
che un solo Stato, il mondo, noi ricono- dotti del nostro lavoro e li mettiamo a ricorso Tertulliano?
Il certificato di sacrificio
Il sacrificio agli dèi pagani e al genio dell’imperatore era la sola prova concreta con cui un indivi-
duo accusato di essere cristiano poteva sottrarsi alla condanna. Per essere valida, la prova doveva
svolgersi davanti a testimoni ufficiali, ed era attestata da un certificato. Al tempo delle persecu-
zioni contro i Cristiani – in un clima rovente di denunce e delazioni – un documento del genere
poteva essere preziosissimo per proteggere un sospettato. Un papiro risalente all’epoca delle per-
secuzioni ordinate dall’imperatore Decio (249-251 d.C.) contiene uno di questi sacrifici. Il docu-
mento è scritto da diverse mani, presumibilmente quelle dei commissari locali incaricati di so-
vrintendere allo svolgimento dei sacrifici.
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