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                                                                                        Storie di convivenza



                         «Perché questo atteggiamento tanto diver-  do a stare a contatto diretto con la terra  3. Avendo rifiutato i doni degli imperatori, il cristia-
                         so?». Quello rispose che a lui non era leci-  santa, restituì la spada neppure necessaria  no attende, tramite il martirio, il dono di Dio, cioè la
                         to fare come gli altri. Richiesto dei motivi,  per difendere il Signore, e in mano risplen-  vita eterna.
                         rispose: «Sono cristiano». O glorioso sol-  dette la corona d’alloro. E ora, con le rosse
                         dato che si vanta in Dio! Successivamente  vesti della speranza del suo martirio, calza-
                         si formulano dei giudizi, la questione è rin-  ti i piedi secondo le indicazioni del Vange-  GUIDAALLALETTURA
                         viata e l’accusato è deferito ai prefetti.  lo, munito della più affilata parola di Dio,  1. Perché l’atteggiamento del soldato cristiano
                         Subito depose il mantello divenuto molto  tutto armato secondo la parola dell’apo-  suscita scalpore tra i commilitoni?
                         opprimente, cominciando a sentirsi solle-  stolo e meglio coronato dalla dignità del  2. Come si comporta il soldato cristiano subito
                                                                                                  dopo l’interrogatorio?
                         vato, sciolse dai piedi le fastidiosissime cal-  martirio, aspetta in carcere il donativo di  3. Qual è il punto di vista di Tertulliano verso il
                         zature militari del suo reparto, comincian-  Cristo .                    mestiere di soldato?
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                        Accuse pagane: i Cristiani,una setta di cannibali

                        Il modo di vita dei Cristiani suscitava la diffidenza e il sospetto dei pagani e alimentava molte ca-
                        lunnie: i seguaci di Cristo, si diceva, «odiavano il genere umano» e si riunivano segretamente per
                        celebrare sacrifici umani e praticare il cannibalismo (evidente fraintendimento dell’eucaristia) e
                        l’incesto. La loro, si ripeteva, era una setta sanguinaria e immorale. Così, quando si verificava una
                        carestia, un’epidemia e qualche altra sciagura collettiva, il popolo ne attribuiva spesso la colpa ai
                        Cristiani accusandoli di aver suscitato l’ira degli dèi: espressioni come «non piove, colpa dei Cri-
                        stiani» divennero proverbiali.
                        Tutti i luoghi comuni della polemica anticristiana ricorrono in questo discorso di un pagano, con-
                        tenuto nell’Ottavio di Minucio Felice, un’opera apologetica, cioè di difesa, che mette in scena una
                        conversazione fra tre personaggi: Cecilio, pagano, Ottavio, cristiano, e lo stesso Minucio, arbitro
                        imparziale nella disputa.


                        DOC11
                         Minucio Felice, Ottavio, 8-9        E ormai, poiché i germi della malvagità so-  meglio loro s’addice, cioè addita a oggetto
                                                             no più rapidi a pullulare, diffondendosi  della loro adorazione ciò che essi meritereb-
                         I cristiani, raccogliendo dalla feccia più  ogni giorno di più la dissolutezza, si vanno  bero. E, per finire, ciò che si dice sul modo
                         ignobile i più ignoranti e le femminette, fa-  corroborando per tutto il mondo i tenebro-  con cui essi iniziano i novizi è altrettanto
                         cili ad abboccare per la leggerezza del loro  si riti dell’empia congrega. Cospirazione  esecrabile quanto risaputo. Un fanciullino,
                         sesso, mettono su una congrega empia di  degna d’esser rivelata a fondo e marchiata  ricoperto di farina per sorprendere gl’ine-
                         gente, che si collega non con un rito, quale  d’infamia! Si riconoscono per mezzo di  sperti, vien presentato all’iniziando. E que-
                         esso sia, ma piuttosto con una sacrilega pa-  cenni e contrassegni segreti e sentono sor-  sti, ingannato dal rivestimento di farina,
                         rodia di rito perpetrata a mezzo di riunioni  gere affetto gli uni per gli altri quasi prima di  credendo quindi di esser invitato a vibrare
                         notturne, di liturgici digiuni e di cibi ripu-  riconoscersi: a poco a poco si intreccia fra  colpi innocui , uccide il fanciullo con ferite
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                         gnanti, formando una genìa che ama ac-  costoro una specie di libidinoso legame che  impresse alla cieca, inconsciamente. E gli
                         quattarsi e odia la luce del giorno, che è mu-  li spinge a chiamarsi indistintamente fratel-  astanti – orribile sacrilegio! – leccano avida-
                         ta in pubblico e ciarla negli angoli più ripo-  li e sorelle in modo che la fornicazione, soli-  mente il sangue del piccino, se ne spartisco-
                         sti: guardano sdegnosamente ai templi co-  ta a esser praticata da loro, acquisti, mercé  no le membra a gara, stringono fra loro un
                         me fossero sepolcri, irridono agli dèi, scher-  l’intervento di quel sacro nome, il sapore di  sacro patto per mezzo di questa vittima,
                         niscono i sacri riti, nella loro miseria osano  un incesto. [...] Ho inteso dire che essi, in  s’impegnano vicendevolmente al silenzio
                         commiserare [...] i sacerdoti, disprezzano  base a non so quale sciocca credenza, ado-  con questa correità! Queste son le loro ceri-
                         gli onori e la porpora, essi che son quasi nu-  rano, dopo averla consacrata, una testa d’a-  monie, più spaventose di qualsiasi sacrile-
                         di! Puah, che stupefacente stoltezza, che in-  sino, della più spregevole, cioè, delle bestie:  gio!
                         credibile sfrontatezza! Arrivano a non cu-  o religione veramente degna di simili riti,
                         rarsi delle torture di questa vita e, mentre te-  dato che con essi s’è formata! [...] E chi ci
                         mono di morire dopo la morte , non temo-  viene a raccontare che un uomo punito per  1. Cioè temono l’inferno.
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                         no intanto di morire al presente: così in loro  un suo delitto con la pena suprema e il legno  2.Il bambino, infatti, ha l’apparenza di una bambola.
                         il terrore dei tormenti di quaggiù è lenito  di una croce costituiscono la lugubre so-
                         dalla fallace speranza di una resurrezione  stanza della loro liturgia attribuisce in fon-  GUIDAALLALETTURA
                         confortatrice dopo la morte.        do a quei ribaldi senza legge il rituale che  1. Quali accuse vengono mosse ai Cristiani?


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