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Modulo 6
L’impero tardoantico
1. L’impero nel II secolo
Un viaggio immaginario Un viaggiatore immaginario, che nel II sec. avesse compiuto
un viaggio attraverso tutte le regioni del mondo romano, avrebbe avuto impressioni con-
trastanti. Avrebbe incontrato gruppi umani primitivi e comunità organizzate nella forma
della polis, genti di cacciatori e di raccoglitori e contadini praticanti le tecniche di colti-
vazione più evolute; avrebbe gustato cibi e bevande di ogni tipo e indossato indumenti
straordinariamente diversi; avrebbe provato il caldo torrido dei deserti e il gelo dei pae-
si nordici; avrebbe assistito a ordalie e ad arringhe di avvocati, a danze tribali e a rappre-
sentazioni teatrali; quanto agli dèi, ne avrebbe incontrati migliaia, raffigurati rozzamente
su pezzi di legno e di pietra o scolpiti nel marmo da grandissimi artisti, venerati in effi-
meri santuari di campagna o in splendidi edifici destinati a durare per millenni.
L’impero romano era estremamente diversificato: si estendeva infatti su vaste regioni di
tre continenti, l’Europa, l’Asia e l’Africa, che corrispondono a circa cinquanta Stati odier-
ni. Era l’impero più grande che fosse mai esistito e aveva circa ottanta milioni di abitan-
ti, corrispondenti alla popolazione dell’attuale Germania. Il suo tessuto connettivo era
rappresentato dalle città.
Il tessuto connettivo La stessa parola latina civilitas, «civiltà» viene da civitas, «città»:
questo vuol dire che per i Romani la civiltà, vale a dire quell’insieme di usanze e di com-
portamenti, di fattori culturali e materiali, che distinguevano gli uomini progrediti dai
barbari, prendeva vita soltanto nei contesti urbani. I letterati esaltavano spesso, con strug-
gente nostalgia, la vita dei campi, ma si trattava di un motivo poetico – il sogno di un mon-
do diverso, sereno, senza affanni – che aveva scarso riscontro nella vita reale: per i Ro-
mani, la vera vita era quella urbana.
Le città erano agglomerati estremamente diversi per dimensioni e per funzioni economi-
che. La medesima parola civitas poteva applicarsi sia all’enorme Roma, che nel II secolo
aveva circa un milione di abitanti, sia a centri di venti, trentamila abitanti, sia ad agglo-
® L’anfiteatro di Nîmes
in Francia
L’impero romano unificava regioni
molto diverse per cultura e per
condizioni climatiche: dalle lande
innevate della Britannia ai deserti del
Vicino Oriente e dell’Africa.
Ciononostante la cultura romana
pervase tutte le culture indigene,
tanto da originare un linguaggio
comune evidente nelle
manifestazioni artistiche e
architettoniche, come nel caso di
questi due edifici pubblici eretti in
zone del territorio romano così
lontane fra loro.
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