Page 508 - Profili di Storia
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                                                                                        Storie di convivenza



                        DOC13
                         L. Mitteis - U. Wilcken, Grundzuge und Chrestomathie der  ditto, io ho sacrificato e [ho versato una li-  ratore Cesare Gaio Massimo Quinto Traia-
                         Papyruskunde, Leipzig 1912, n. 124  bagione] e ho [assaggiato] le vittime sacrifi-  no Decio Pio Felice Augusto, il 26 giugno .
                                                                                                                                  2
                                                             cali. Chiedo che questo sia certificato. Io,
                         Prima mano A coloro che sono stati pre-  Aurelio Diogene, ho presentato questa pe-
                         scelti a sovrintendere ai sacrifici nel villag-  tizione.                1. Il villaggio dell’Isola di Alessandro si trovava in
                         gio dell’Isola di Alessandro ; da Aurelio                                Egitto, nel distretto del Fayum.
                                                1
                         Diogene, figlio di Sabato, del villaggio del-  Seconda mano Io, Aurelio Syro, ho visto  2. Dell’anno 250 d.C.
                         l’Isola di Alessandro, dell’età di settantadue  te e tuo figlio compiere i sacrifici.
                         anni, con una cicatrice sul sopracciglio de-  Terza mano [Io... lo certifico]
                         stro. Io ho sempre sacrificato agli dèi; e ora                           GUIDAALLALETTURA
                                                                                                  1. A quale prova doveva sottoporsi un individuo
                         in vostra presenza, secondo i termini dell’e-  Prima mano Nel primo anno dell’impe-  accusato di essere cristiano? Perché?




                        Eroi cristiani.Vittime ostinate
                        Negli Attidei martiricompare regolarmente il racconto dell’interrogatorio cui le autorità pubbliche
                        sottoponevano il cristiano prima di condannarlo. Spesso il magistrato romano appare molto rilut-
                        tante a comminare la pena di morte: cerca di persuadere con le buone l’aspirante martire ad abiura-
                        re e a sacrificare, lo minaccia e lo spaventa. Soltanto alla fine, estenuato e sconcertato, egli affida il
                        cristiano al carnefice. Molti governatori romani, in effetti, dovevano provare una certa ripugnanza
                        nel mandare a morte individui palesemente miti, che non si erano macchiati di nessuna violenza
                        (non avevano né ucciso né rubato) e che affrontavano una sorte atroce soltanto per non voler bru-
                        ciare un po’ d’incenso davanti a una statua. Ma i rappresentanti della legge non avevano altra scelta.
                        Ecco l’interrogatorio di san Policarpo, martirizzato sotto il regno di Antonino Pio.



                        DOC14
                         Atti dei martiri, Martirio di Policarpo, 9-11  che era nello stadio, alzò verso di loro il  «Chiamale. Non può avvenire, infatti, che
                                                             braccio, sospirò, levò gli occhi al cielo e  noi si cambi idea per passare da ciò che è
                         A Policarpo, mentre entrava nello stadio,  disse: «Morte agli atei». Il proconsole, in-  meglio a ciò che è peggio; mentre bene sa-
                         giunse una voce dal cielo: «Policarpo, for-  calzandolo, fece: «Giura, e ti lascio libero.  rebbe convertirsi dall’intolleranza alla giu-
                         za e coraggio!». E, se nessuno vide chi l’a-  Maledici Cristo!». E Policarpo: «Sono ot-  stizia». E l’altro, di rimando: «Dato che di-
                         veva proferita, tuttavia la voce fu udita da  tantasei anni che lo servo, e mai mi ha fat-  sprezzi le belve, ti farò consumare dal fuo-
                         quanti erano presenti dei nostri. E dunque,  to torto. Come posso bestemmiare il mio re  co se non ti ricredi». E Policarpo disse: «Tu
                         mentr’egli veniva lì condotto, un gran tu-  e salvatore?».               minacci me d’un fuoco che per breve tem-
                         multo si levava dalla folla, che aveva udito  Ma l’altro ancora insisteva, dicendo: «Giu-  po arde e poi si spegne: non sai del fuoco
                         del suo arresto. Portato che fu al suo co-  ra sulla fortuna dell’imperatore!»; ed egli  del Giudizio che è a venire e del castigo
                         spetto, il proconsole gli chiese se fosse lui  rispose: «Se t’illudi che io giuri sulla fortu-  eterno, che è in serbo per gli empi. Ma per-
                         Policarpo; ed avendo egli risposto afferma-  na dell’imperatore, come mi suggerisci fin-  ché ti attardi? Fammi quel che vuoi».
                         tivamente, l’altro cercava di persuaderlo  gendo di non sapere chi sono io, sta a sen-
                         ad abiurare, dicendo: «Abbi riguardo per  tire, in tutta franchezza: sono cristiano. Se
                         la tua vecchiaia» ed altre consimili cose,  poi vuoi conoscere la dottrina del cristia-
                         che essi hanno costume di dire, «Giura sul-  nesimo, dammi un giorno e porgimi orec-  GUIDAALLALETTURA
                         la fortuna dell’imperatore», «Pèntiti», «Dì:  chio». [...]               1. Quale atteggiamento ha il martire Policarpo
                         ‘Morte agli atei’». Policarpo guardò con  Il proconsole disse: «Ho bestie feroci, alle  durante l’interrogatorio?
                                                                                                  2. Il proconsole romano mira a una sincera
                         volto severo tutta la folla di empi pagani  quali gettarti se non muti avviso». Ed egli:  conversione di Policarpo al paganesimo?





                        Eroi cristiani.Come un uomo
                        Il momento culminante di questi racconti era naturalmente il sacrificio, rappresentato non come
                        la sconfitta di un essere umano sopraffatto dalla violenza altrui, ma come la «vittoria» di un eroe

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