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Unità 18
L’apogeo dell’impero
1. L’ultimo conquistatore
Nerva adotta Traiano Abbattuto Domiziano, i congiurati portarono al trono Cocceio
Nerva (96-98 d.C.). La figura del nuovo imperatore aveva tutti i requisiti per rassicurare il
senato: Nerva era vecchio (aveva settant’anni), era un senatore tradizionalista, era stato per-
seguitato dal suo predecessore, non aveva figli cui trasmettere il potere. Il merito principa-
le del suo brevissimo regno fu la scelta del successore: invece di designare uno dei tanti ram-
polli dell’aristocrazia romana, egli indicò come erede al trono il legato della Germania Su-
periore Marco Ulpio Traiano (98-117 d.C.), il più autorevole tra i generali romani.
Fino a quel momento si erano avuti soltanto imperatori di origine italica. Traiano appar-
teneva invece all’aristocrazia romana provinciale: era nato infatti nella città di Italica, in
Spagna. La lingua, la cultura, il modo di vita delle aristocrazie romane delle varie pro-
vince erano identici a quelli delle grandi famiglie senatorie italiche di Roma, ma l’assun-
zione al trono di un personaggio nato in provincia fu comunque un evento di grande ri-
lievo. Essa esprimeva infatti l’allargamento della classe dirigente romana e la sempre più
forte partecipazione delle aristocrazie locali al governo centrale.
Nel suo regno ventennale, Traiano seppe guadagnarsi il consenso generale: piacque ai
senatori che lo chiamarono «Ottimo» e apprezzarono la sua tolleranza, il suo rifiuto di
cariche e di onori eccessivi, il suo rispetto delle prerogative dell’assemblea senatoria; fu
amato dalla plebe romana per la generosità delle distribuzioni di denaro e generi ali-
mentari, per gli splendidi spettacoli, per i magnifici monumenti che abbellirono la capi-
tale; i provinciali lo sostennero con entusiasmo anche per la sua provenienza spagnola;
fu esaltato dagli uomini di cultura, da lui chiamati a corte e protetti; i soldati gli furono
devoti per le sue indiscusse qualità di condottiero.
La politica estera Dopo Nerone gli imperatori romani si erano limitati a una strategia
difensiva, sporadicamente interrotta da piccole iniziative. Traiano riprese invece una poli-
tica aggressiva, rilanciando l’immagine di Roma conquistatrice. Il suo primo obiettivo fu la
Dacia (corrispondente grosso modo all’odierna Romania). Un esercito enorme e ben or-
ganizzato sottomise la regione in due riprese. Con la prima campagna (101-102 d.C.), la
® Colonna Traiana,
110-113 d.C.
[Roma]
La Colonna Traiana inaugurò una nuova tipologia di
monumento celebrativo, che verrà più volte ripresa in seguito.
Alta circa 40 metri e destinata a ospitare le spoglie
dell’imperatore, la colonna è interamente percorsa da un
fregio figurato a spirale che racconta le campagne militari
contro i Daci. Le immagini, poste in sequenza, rievocano le
gesta del principe, e, descrivendo minuziosamente
i tempi e i luoghi degli eventi bellici, ci forniscono inoltre
informazioni preziose sull’organizzazione e le tecniche belliche
dell’esercito romano, sul rapporto tra l’imperatore e le sue
truppe, sul trattamento riservato alle popolazioni aggredite e
soggiogate.
√ Decebalo sfugge alla cattura tagliandosi la gola,
110-113 d.C.
[part. del fregio della Colonna Traiana]
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