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Unità 16
Il tramonto della repubblica
√ Calderone di Gundestrup,
part., 100 a.C. ca.
[Nationalmuseet, Copenaghen]
Il particolare di questo calderone
ritrovato in Danimarca rappresenta
un sacrificio umano con guerrieri a
piedi e a cavallo con l’armatura tipica
delle popolazioni della Gallia: l’elmo,
lo scudo e la lancia. Sulla destra un
gruppo di soldati suona le trombe da
battaglia.
potenza di un esercito devoto, da riversare al momento opportuno nella lotta politica.
Quando assunse la carica, egli guardava quindi oltre i confini della provincia romana,
aspettando l’occasione per intervenire militarmente nella Gallia ancora non sottomessa.
Le popolazioni della Gallia non soggetta al dominio romano erano divise in tribù indi-
pendenti (circa una cinquantina), talvolta unite in federazioni ma più spesso contrappo-
ste da rivalità accanite. Le singole comunità erano organizzate su base aristocratica: dal-
le file della nobiltà provenivano i capi militari, i magistrati, i sacerdoti (drùidi) [®La so-
cietà celtica]. I Galli, come sappiamo, erano genti assai combattive, ma rispetto ai Ro-
mani guerreggiavano in modo antiquato: mettevano in campo eserciti poderosi ma poco
mobili, che ripetevano solitamente uno schema tattico (lo scontro frontale) abbastanza
prevedibile. La Gallia si presentava dunque come uno scenario promettente di conqui-
ste: un territorio enorme, dalle comunicazioni facili, ricco di risorse e di uomini da scon-
figgere e da ridurre in schiavitù.
Così, quando la tribù celtica degli Elvezi, premuta da genti germaniche in cerca di sedi
stabili, abbandonò il suo paese (situato tra le Alpi e il Giura, nell’attuale Svizzera) con
l’intenzione d’insediarsi nel territorio romano, Cesare colse immediatamente l’occasione
e iniziò le ostilità. Gli Elvezi furono sconfitti e respinti, ma Cesare proseguì la sua azione.
Lo scopo principale della sua strategia era evitare che i Germani s’insediassero al di qua
del Reno: portò quindi la guerra contro di loro e li ricacciò oltre il fiume. Attaccò quindi
i Belgi, un insieme di tribù che occupavano i territori a nord della Marna e della Senna,
e li sottomise.
π «Pilastro di Roquepertuse»,
L’accordo di Lucca Questi successi impensierirono Pompeo e Crasso, che vedevano il II sec. a.C.
loro prestigio offuscato da quello del loro alleato politico. Pompeo, in particolare, mo- [Museo della Storia, Marsiglia]
strò chiaramente di voler riavvicinarsi al senato e nel 57 a.C. favorì il rientro di Cicerone I Galli godevano fama di praticare
costumi particolarmente feroci.
dall’esilio. Il triumvirato si sfaldava dunque rapidamente e il senato si apprestava a ri- Queste popolazioni, infatti, erano
chiamare Cesare dal suo mandato prima della scadenza quinquennale. Cesare cercò di solite tagliare la testa ai nemici vinti
in battaglia, per poterla esibire come
porre rimedio a questa situazione per lui molto critica e invitò Pompeo e Crasso a un in- trofeo nei rituali druidici e guerrieri.
contro che si tenne nel 56 a.C. a Lucca. In quell’occasione egli rivelò un eccezionale ta- L’immagine mostra una sorta di
monumento realizzato appunto con
lento diplomatico, e riuscì a rilanciare su nuove basi quella logora alleanza politica: Pom- il teschio di un uomo caduto in
peo e Crasso si sarebbero presentati insieme per il consolato dell’anno 55 a.C.; dopo il battaglia.
consolato, Crasso avrebbe ottenuto il governo della Siria, Pompeo quello delle province
iberiche; il proconsolato di Cesare sarebbe stato rinnovato per altri cinque anni.
La guerra partica Crasso pensò di utilizzare la carica di governatore della Siria per raffor-
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