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                                                                                    a Roma


                             a condizione della donna romana era per molti aspetti simile a quella della donna greca. Pri-  Qual era la
                         Lma di esaminare i documenti relativi alle donne romane è necessario precisare, tuttavia, che  condizione della
                         le fonti antiche ci presentano molto spesso un quadro idealizzato della condizione femminile.Gli sto-  donna a Roma?
                         rici, in particolare, amavano celebrare l’esempio di donne eccezionali, proposte come modello di
                         virtù. Spesso attorno a questi personaggi femminili ruotavano avvenimenti fondamentali della sto-
                         ria di Roma. L’episodio di Lucrezia è uno dei più emblematici: la nobile matrona romana infatti, do-  Quali virtù doveva
                         po essere stata oltraggiata dal figlio di Tarquinio il Superbo, si libera dal disonore uccidendosi  incarnare la
                         [®DOC7]. L’episodio viene presentato da Livio come la causa principale della caduta della mo-  matrona ideale?
                         narchia.
                         Come testimoniano le numerose iscrizioni funebri giunte sino a noi, la donna ideale doveva posse-
                         dere virtù quali la castità, la laboriosità, l’amore per la casa, il coraggio nel mettere al mondo i figli,
                         la capacità di allevare i figli, la devozione verso il marito [®DOC8 e 14]. Esemplare a tal fine è la
                         cosiddetta Laudatio Turiae, un’iscrizione scritta dal marito in onore della moglie morta:Turia oltre a
                         possedere tutte le virtù canoniche della matrona romana, aveva anche salvato la vita del marito, di-
                         mostrando un coraggio virile [®DOC13]. Anche Porcia, figlia di Catone l’Uticense, aveva mostrato
                         assoluta dedizione nei confronti del marito, uccidendosi dopo aver appreso la notizia della morte
                         del suo compagno di vita, Bruto [®DOC10]. Ma l’amore tra i coniugi era a Roma una circostanza
                         fuori dal comune, quasi un evento eccezionale [®DOC9].
                         Inoltre era ritenuto sconveniente manifestare fuori dalle pareti domestiche le affettuosità coniugali
                         [®DOC11 e 12].




                        Lucrezia
                        Come la maggior parte dei racconti riguardanti l’età regia, anche quello della caduta della mo-
                        narchia ha un carattere quasi esclusivamente leggendario. La sua versione più famosa, tramanda-
                        ta da Livio, indicava come causa della cacciata di Tarquinio il Superbo il grave affronto recato da
                        suo figlio a una nobile matrona romana, Lucrezia. Quando il popolo, già inquieto per la prepo-
                        tenza del re, venne a conoscenza dell’accaduto, si ribellò, abbatté la monarchia e diede vita agli
                        ordinamenti repubblicani.
                        Anche se leggendario, il racconto ci informa sul modo in cui i Romani rappresentavano quel mo-
                        mento decisivo della loro storia. La monarchia era immaginata come un regime ormai esaurito e
                        corrotto, basato sulla violenza e sull’oppressione, e Lucrezia ne era l’antitesi. Lucrezia veniva in-
                        fatti rappresentata come il modello della donna virtuosa, che trascorre il tempo a casa filando la
                        lana, protetta da un ambiente semplice e onesto. Sconvolta dall’ingiustizia subìta, essa assume
                        però un comportamento coraggioso, degno di un uomo: chiede vendetta e si uccide, compiendo
                        così l’unico gesto che la liberi dal disonore. Lucrezia e il suo stupratore rappresentano dunque,
                        in ultima analisi, la libertà e l’oppressione, la repubblica e la monarchia.



                        DOC7
                         Livio, Storia di Roma, I, 57, 4-59, 1  quinio , e partecipava al banchetto anche  andiamo a constatare coi nostri occhi la
                                                                  2
                                                             Collatino, figlio di Egerio, il discorso cad-  virtù delle nostre donne? La miglior prova
                         In questa vita di accampamento , come  de sulle mogli, e ciascuno celebrava la sua  per tutti sarà lo spettacolo che ci offriran-
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                         suole avvenire nelle guerre più lunghe che  con maggiori lodi. Essendosi accesa la di-  no mentre non si aspettano l’arrivo del ma-
                         aspre, venivano facilmente concesse licen-  scussione, Collatino disse che le parole era-
                         ze, agli ufficiali più che ai soldati, e i giova-  no vane: in poche ore potevano rendersi
                         ni figli del re spesso passavano il tempo in  conto di quanto la sua Lucrezia fosse su-  1. L’esercito romano stava assediando Ardea, una
                         banchetti e gozzoviglie. Una volta, mentre  periore alle altre. «Siamo giovani e vigoro-  città del Lazio vicina a Roma.
                         stavano bevendo nella tenda di Sesto Tar-  si: perché non montiamo a cavallo e non  2. Figlio di Tarquinio il Superbo.


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