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Unità 11
L’Italia e Roma
tettoniche sacre tipicamente greche dilagarono nel mondo etrusco in coinci- √ «Fegato di Piacenza»,
denza con la formazione e lo sviluppo delle prime città. I sec. a.C.
In origine gli Etruschi tendevano a rap- Questo modello bronzeo di un fegato
presentare le divinità in forme non ovino rappresenta uno dei più
significativi documenti della
umane. Ma ora quegli antichi aruspicìna etrusca. Il fegato
dèi, nel momento stesso in cui veniva diviso in settori,
ognuno dei quali
venivano identificati con gli corrispondeva a una
divinità. Dalla interpretazione
dèi greci, assumevano di que- di ciascun settore l’aruspice
sti ultimi anche le sembianze poteva ricavare indicazioni
umane. Così Tinia, massima divi- sulla volontà divina.
nità celeste, divenne Zeus, Uni Hera, Me-
nerva Athena, Turan Afrodite, Turms Hermes, Nethuns Poseidone. Altri dèi furono inve- divinazione
ce direttamente importati dalla Grecia: Apollo, chiamato Apulu, Eracle, chiamato Hercle, Presso le società antiche, la
e Artemide, che prese il nome di Aritimi. Molte di queste divinità greche furono trasmesse divinazione era l’arte (spesso
posseduta da specialisti) di
dagli Etruschi ad altre popolazioni italiche. prevedere il futuro attraverso
Insieme con le divinità furono accolte in Etruria anche le grandi figure eroiche dell’epo- l’interpretazione di eventi ritenuti
«segni» dati dagli dèi.
pea greca: Odisseo, Achille, Aiace, Enea e altri. Questi eroi offrirono agli aristocratici
etruschi modelli di comportamento e un complesso di valori cui ispirarsi.
Un rituale rigoroso Carattere specifico della religione etrusca restò, invece, l’estrema sarcofago
importanza attribuita al rituale: la cura minuziosa di tutti gli atti religiosi necessari a in- Dal greco sarcofàgos, «che mangia,
terpretare la volontà divina e a eseguire le pratiche cultuali. Per gli Etruschi il mondo so- che consuma la carne». Urna
sepolcrale a parallelepipedo di
prannaturale era in larga parte misterioso. Di qui un’ansia di decifrare e di comprendere pietra, legno, metallo, argilla, ornata
i segnali divini che portò al grande sviluppo di alcune tecniche divinatorie, e soprattutto da altorilievi, bassorilievi o disegni.
Talvolta reca anche un ritratto
dell’aruspicìna, che consentiva d’interpretare la volontà divina attraverso l’osservazione scultoreo del defunto.
delle viscere degli animali. La fama degli arùspici etruschi divenne tanto grande che più
volte nei secoli successivi i Romani fecero ricorso a essi per interpretare presagi partico-
larmente oscuri.
Il culto dei morti Gli Etruschi attribuivano grande importanza al culto dei morti, co-
me testimoniato sia dalle necropoli sia dalle numerose statue che rappresentano scene di
banchetti funebri. Gli Etruschi, al pari di altri popoli antichi, credevano che il defunto GUIDAALLOSTUDIO
continuasse dopo la morte la propria esistenza. Grande cura era riservata quindi alla co- 1. In che cosa consistette il
processo di ellenizzazione degli
struzione delle tombe che riproducevano, sia nella dislocazione degli ambienti sia negli Etruschi?
arredi, l’architettura domestica. Le tombe, finemente affrescate con motivi mitologici o 2. Quale fu la funzione sociale
dell’epopea greca nel mondo
naturalistici, accoglievano oltre all’urna o al sarcofago del defunto anche il corredo fu- etrusco?
nerario e una serie di suppellettili [®Le necropoli etrusche]. 3. Gli Etruschi credevano nell’aldilà?
6. Il Lazio e i Latini
Una regione Il nome Latium è connesso all’aggettivo latus, «largo», e si riferisce alla
vasta pianura che va dai Colli Albani al Circeo. Dalla regione presero nome i Latini, una
gente indoeuropea la cui identità appare sufficientemente delineata nel X sec. a.C. La zo-
na dove la loro cultura fiorì più precocemente fu quella dei Colli Albani. Qui si trovava
Alba Longa, la principale comunità latina, e sorgevano i santuari comuni, come quello di
Giove Latiaris sul Monte Cavo o della Diana di Aricia. Malgrado questi vincoli religiosi,
le varie comunità latine erano autonome e non di rado ostili l’una all’altra. Nel X e nel IX
sec. a.C. esse vivevano ancora nell’organizzazione del villaggio.
La principale attività economica di questi villaggi era la pastorizia, che si svolgeva, come
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