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                                             Modulo 4
                                             Una nuova potenza
                                             mediterranea: Roma



                 ECONOMIA                    Le necropoli etrusche
                 E AMBIENTE


                       e necropoli, propriamente «città dei  guito i sepolcri assunsero proporzioni gran-  vieto). Si tratta di semplici strutture modu-
                 L morti» (dal greco nekròs, «morto», e  diose: attorno alla prima camera funeraria,  lari che, addossate le une alle altre, ricreano
                 polis, «città») sono fonti preziose per lo stu-  infatti, iniziarono a raccogliersi, formando  lungo le vie sepolcrali una parvenza di tessu-
                 dio della storia della cultura, della vita mate-  gruppi di tombe, le successive generazioni  to urbano. Questo genere di tombe non mo-
                 riale, dell’organizzazione sociale dei popoli  del medesimo gruppo familiare.  numentali è interpretato come espressione
                 antichi.                             Le tombe «a camera» sono sepolture princi-  dell’emergere di un ceto medio e, quindi, di
                 Nel caso degli Etruschi, la più tangibile te-  pesche o, comunque, appartenenti a una ri-  un allargamento della base sociale della clas-
                 stimonianza, tra VIII e VII sec. a.C., della  strettissima élite, che faceva sfoggio della  se dirigente delle città etrusche. A questo
                 compiuta trasformazione della società da  ricchezza attraverso uno sfarzoso rituale fu-  apparente «egualitarismo» fa, tuttavia, da
                 contadina e guerriera in società aristocratica  nerario: l’esposizione del defunto in un pa-  contrappeso la comparsa coeva di splendide
                 è data dall’abbandono delle tradizionali se-  diglione appositamente preparato; il pianto  decorazioni pittoriche sulle pareti delle
                 polture individuali «in fossa» e dall’appari-  funebre da parte dei familiari, dei domestici,  tombe – le prime a Tarquinia, verso la metà
                 zione e diffusione delle caratteristiche tom-  dei clienti; il trasporto del defunto su un car-  del VI sec. a.C. – cui viene affidata, assai più
                 be «a camera». Le tombe «a camera» veni-  ro a quattro ruote; il seppellimento o l’inci-  che ai corredi funebri, la funzione di esalta-
                 vano scavate nel tufo o nel calcare, oppure  nerazione; la deposizione del corredo fune-  re il prestigio delle famiglie più illustri. I sog-
                 costruite con grandi blocchi di pietra, ed  rario. Quest’ultimo consisteva di quegli og-  getti delle pitture riecheggiano i costumi di
                 erano sormontate da grandi tumuli di terra.  getti di cui il defunto poteva aver bisogno  una aristocrazia amante del lusso: banchetti,
                 Sviluppate inizialmente su piante semplici,  nell’altra vita, immaginata a somiglianza di  danze, competizioni sportive, cacce.
                 col tempo esse assunsero planimetrie sem-  quella terrena, ivi compresi i simboli del po-  A partire dalla fine del V sec. a.C., le rappre-
                 pre più complesse e monumentali, come te-  tere. Si tratta di manufatti di lusso di ogni ti-  sentazioni relative al mondo funerario cam-
                 stimoniato dalle necropoli di Cere (Cervete-  po: vasellame d’oro e d’argento, cinturoni,  biano, forse in conseguenza della diffusione
                 ri). Gli esemplari più antichi di tombe «a ca-  armi, rasoi, monili e strumenti per la filatura.  di nuove concezioni religiose di origine gre-
                 mera» si compongono di una modesta ca-  Tra la metà del VI e gli inizi del V sec. a.C.,  ca. Scompaiono le danze e i giochi, mentre i
                 mera  rettangolare,  destinata  a  ospitare  la  molte necropoli etrusche mutano aspetto: al  banchetti sono immaginati come simposi
                 coppia capostipite, preceduta da un lungo  posto dei tumuli isolati sorgono complessi  nei Campi Elisi. L’oltretomba inoltre si po-
                 corridoio d’accesso scoperto, dròmos, nel  di sepolture più modeste, tra le quali spicca-  pola di demoni, esseri mostruosi, divinità in-
                 quale si aprono celle o piccole stanze. In se-  no le tombe «a dado» di Cere e Volsinii (Or-  fernali.


                                                                            √ Un gruppo di tombe a tumulo, VI sec. a.C.
                                                                            [Necropoli della Banditaccia, Cerveteri]























                                         ® Una tomba a dado, inizio del VI sec. a.C.
                              [Via dei Monti della Tolfa, Necropoli della Banditaccia, Cerveteri]
                    Nella Necropoli della Banditaccia a Cerveteri si affiancano settori con tombe a
                  tumulo e tombe a dado. Le tombe a dado si diffusero a partire dai primi decenni
                 del VI sec. a.C. Questo fenomeno testimonia l’emergenza nella società estrusca di
                  ceti intermedi ed esprime una tendenza a una maggiore uguaglianza di diritti, che
                   si manifesta anche nelle limitazioni poste alle decorazioni esterne del sepolcro.



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