Page 287 - Profili di Storia
P. 287
P1_Modulo04a.qxp 22-02-2010 11:58 Pagina 272
Modulo 4
Una nuova potenza
mediterranea: Roma
ECONOMIA Le necropoli etrusche
E AMBIENTE
e necropoli, propriamente «città dei guito i sepolcri assunsero proporzioni gran- vieto). Si tratta di semplici strutture modu-
L morti» (dal greco nekròs, «morto», e diose: attorno alla prima camera funeraria, lari che, addossate le une alle altre, ricreano
polis, «città») sono fonti preziose per lo stu- infatti, iniziarono a raccogliersi, formando lungo le vie sepolcrali una parvenza di tessu-
dio della storia della cultura, della vita mate- gruppi di tombe, le successive generazioni to urbano. Questo genere di tombe non mo-
riale, dell’organizzazione sociale dei popoli del medesimo gruppo familiare. numentali è interpretato come espressione
antichi. Le tombe «a camera» sono sepolture princi- dell’emergere di un ceto medio e, quindi, di
Nel caso degli Etruschi, la più tangibile te- pesche o, comunque, appartenenti a una ri- un allargamento della base sociale della clas-
stimonianza, tra VIII e VII sec. a.C., della strettissima élite, che faceva sfoggio della se dirigente delle città etrusche. A questo
compiuta trasformazione della società da ricchezza attraverso uno sfarzoso rituale fu- apparente «egualitarismo» fa, tuttavia, da
contadina e guerriera in società aristocratica nerario: l’esposizione del defunto in un pa- contrappeso la comparsa coeva di splendide
è data dall’abbandono delle tradizionali se- diglione appositamente preparato; il pianto decorazioni pittoriche sulle pareti delle
polture individuali «in fossa» e dall’appari- funebre da parte dei familiari, dei domestici, tombe – le prime a Tarquinia, verso la metà
zione e diffusione delle caratteristiche tom- dei clienti; il trasporto del defunto su un car- del VI sec. a.C. – cui viene affidata, assai più
be «a camera». Le tombe «a camera» veni- ro a quattro ruote; il seppellimento o l’inci- che ai corredi funebri, la funzione di esalta-
vano scavate nel tufo o nel calcare, oppure nerazione; la deposizione del corredo fune- re il prestigio delle famiglie più illustri. I sog-
costruite con grandi blocchi di pietra, ed rario. Quest’ultimo consisteva di quegli og- getti delle pitture riecheggiano i costumi di
erano sormontate da grandi tumuli di terra. getti di cui il defunto poteva aver bisogno una aristocrazia amante del lusso: banchetti,
Sviluppate inizialmente su piante semplici, nell’altra vita, immaginata a somiglianza di danze, competizioni sportive, cacce.
col tempo esse assunsero planimetrie sem- quella terrena, ivi compresi i simboli del po- A partire dalla fine del V sec. a.C., le rappre-
pre più complesse e monumentali, come te- tere. Si tratta di manufatti di lusso di ogni ti- sentazioni relative al mondo funerario cam-
stimoniato dalle necropoli di Cere (Cervete- po: vasellame d’oro e d’argento, cinturoni, biano, forse in conseguenza della diffusione
ri). Gli esemplari più antichi di tombe «a ca- armi, rasoi, monili e strumenti per la filatura. di nuove concezioni religiose di origine gre-
mera» si compongono di una modesta ca- Tra la metà del VI e gli inizi del V sec. a.C., ca. Scompaiono le danze e i giochi, mentre i
mera rettangolare, destinata a ospitare la molte necropoli etrusche mutano aspetto: al banchetti sono immaginati come simposi
coppia capostipite, preceduta da un lungo posto dei tumuli isolati sorgono complessi nei Campi Elisi. L’oltretomba inoltre si po-
corridoio d’accesso scoperto, dròmos, nel di sepolture più modeste, tra le quali spicca- pola di demoni, esseri mostruosi, divinità in-
quale si aprono celle o piccole stanze. In se- no le tombe «a dado» di Cere e Volsinii (Or- fernali.
√ Un gruppo di tombe a tumulo, VI sec. a.C.
[Necropoli della Banditaccia, Cerveteri]
® Una tomba a dado, inizio del VI sec. a.C.
[Via dei Monti della Tolfa, Necropoli della Banditaccia, Cerveteri]
Nella Necropoli della Banditaccia a Cerveteri si affiancano settori con tombe a
tumulo e tombe a dado. Le tombe a dado si diffusero a partire dai primi decenni
del VI sec. a.C. Questo fenomeno testimonia l’emergenza nella società estrusca di
ceti intermedi ed esprime una tendenza a una maggiore uguaglianza di diritti, che
si manifesta anche nelle limitazioni poste alle decorazioni esterne del sepolcro.
272