Page 239 - Profili di Storia
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Modulo 3
Il mondo greco
capitolazione della città sembrava imminente e tutti accorrevano al fianco dei futuri vin-
citori: poleis greche dell’isola e dell’Italia Meridionale, città etrusche, comunità sicule
speravano così di condividere i vantaggi di un trionfo ormai sicuro.
Invece si verificò il miracolo. Rinforzi guidati dallo spartano Gilippo piombarono inaspet-
tatamente sugli assedianti, rafforzarono le difese di Siracusa, imbottigliarono la flotta ate-
GUIDAALLOSTUDIO niese nel porto e la distrussero. Questo intervento, suggerito e caldeggiato da Alcibiade, ca-
1. Alcibiade riprese la politica estera povolse la situazione. Privo della flotta, l’esercito ateniese, guidato da Nicia, si vide perdu-
dei suoi predecessori?
2. Gli Ateniesi rispettavano le poleis to e tentò una ritirata strategica nell’interno dell’isola: ma la temibile cavalleria siracusana
neutrali? lo sorprese e lo annientò. Migliaia di prigionieri furono internati nelle cave di pietra, le La-
3. Per quali motivi la guerra si
spostò in Sicilia? tomìe, e poi venduti come schiavi. I comandanti, tra cui Nicia, furono giustiziati.
4. Come si concluse l’assedio degli Il prestigio di Atene era compromesso, gli alleati scoraggiati, le finanze pubbliche pro-
Ateniesi a Siracusa?
sciugate, l’esercito decimato.
4. La disfatta di Atene
Sparta e la Persia Eppure Sparta non si sentiva ancora sicura, e nel 412 a.C. strinse
un’alleanza con il re dei Persiani, Dario II (424-404 a.C.): ne guadagnò aiuti e finanzia-
menti, mentre i Persiani ottennero via libera alla riconquista delle città greche dell’Asia
Minore. Da questo momento, per oltre cinquant’anni, la politica delle città greche sarà
ancora segnata dalla presenza attiva e spesso decisiva dell’impero persiano.
† Stele, IV sec. a.C.
[Museo dell’Acropoli, Atene] La situazione politica ateniese Intanto ad Atene la fazione oligarchica si rafforzava,
Questa stele con la sfruttando il malcontento popolare verso i capi democratici che avevano portato la città
rappresentazione di Atena ed Hera sull’orlo del baratro. Nel 411 a.C. le istituzioni democratiche furono abbattute e il pote-
ricorda la fedeltà di Samo ad Atene,
rimasta inalterata nonostante il lento re concentrato in un consiglio di 400 individui che governavano in modo oligarchico, sen-
ma inesorabile declino della potenza za tener conto della volontà del dèmos. Ma la situazione bellica restò drammatica: gli al-
ateniese seguìto alla sconfitta di
Egospòtami nel 405 a.C. leati di Atene defezionavano uno dopo l’altro mentre Sparta, lautamente sovvenzionata
dall’oro persiano, allestiva una potente flotta.
Nel 410 gli equipaggi della flotta ateniese, agendo come un’assem-
blea democratica, e quindi in aperto contrasto con il governo oli-
garchico della città, proclamarono stratego Alcibiade. Egli aveva vi-
sto infatti, nella situazione critica di Atene, un’occasione preziosa
per rientrare, presentandosi come il salvatore della patria. Alcuni
importanti successi riportati da Alcibiade sulle flotte nemiche fece-
ro credere che sotto la sua guida Atene potesse non solo riprender-
si ma addirittura capovolgere le sorti della guerra. Il governo oli-
garchico fu quindi abbattuto, la democrazia ripristinata.
La sconfitta di Atene Ma la situazione era ormai compromessa.
Gli Spartani trovarono in Lisandro un comandante energico ed
esperto: con l’aiuto dei Persiani egli cominciò a stringere una mor-
sa intorno ad Atene. Alle prime difficoltà, gli Ateniesi abbandona-
rono nuovamente Alcibiade e lo destituirono dal comando. Egli de-
cise allora di ritirarsi nei suoi castelli del Chersoneso tracico (corri-
spondente all’odierna penisola di Gallipoli, sullo Stretto dei Dar-
danelli), dove avrebbe vissuto come un principe indipendente. Una
grande vittoria navale ateniese alle isole Arginuse (tra l’isola di Le-
sbo e la costa asiatica) non bastò a evitare la catastrofe: nel 405 a.C.
gli Spartani sbaragliarono la flotta nemica a Egospòtami (presso lo
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