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                                             Unità 8
                                             Le guerre persiane
                                             e l’imperialismo ateniese



                                             Giudizi su Pericle.Un politico corrotto
                                             Anche nel corso della guerra del Peloponneso fu attiva ad Atene una piccola fazione di filospar-
                                             tani, fautori del regime oligarchico e accaniti avversari di Pericle. Costoro accusavano Pericle di
                                             aver corrotto gli Ateniesi e di essere egli stesso un individuo corrotto e spregiudicato. Questo giu-
                                             dizio, nato dall’odio più che dall’analisi politica, è ricordato in un dialogo platonico: Socrate e i
                                             suoi interlocutori (nel passo riportato, un personaggio di nome Callicle) discutono intorno all’es-
                                             senza della retorica e all’uso che ne fanno i politici. Socrate vuol dimostrare che la retorica politi-
                                             ca non è in grado di migliorare i cittadini, e ricorda che persino il grande Pericle, maestro di di-
                                             scorsi, era accusato di aver fallito in questo campo.
                                             Platone allude anche al processo che fu intentato a Pericle prima della morte. Pericle morì quan-
                                             do era ancora al potere, senza avere il tempo né di fallire né di trionfare. La sua carriera aveva tut-
                                             tavia intrapreso da qualche tempo una parabola discendente: le sofferenze della guerra, le stragi
                                             prodotte dalla pestilenza, la stessa potenza dei nemici, avevano diffuso un profondo scoramento
                                             tra gli Ateniesi che rimproveravano al loro capo di averli delusi e mal consigliati. Gli avversari po-
                                             litici di Pericle si fecero sempre più audaci e insidiosi. Essi avevano cominciato a colpirlo indiret-
                                             tamente, portando in tribunale con vari pretesti i suoi amici: Fidia per corruzione [®Unità 8,
                                             DOC14], Anassagora e la stessa Aspasia [®Unità 8, DOC15] per empietà. Fidia fu condannato,
                                             Anassagora fuggì all’estero, Aspasia si salvò solo perché Pericle intervenne personalmente in tri-
                                             bunale implorando i giudici.
                                             I nemici gli sferrarono quindi un attacco diretto accusandolo di aver sperperato il denaro pub-
                                             blico e riuscirono a farlo destituire con infamia dalla carica di stratego (430 a.C.). Pochi mesi do-
                                             po Pericle era di nuovo alla guida della città, completamente riabilitato, ma la sua leggendaria
                                             energia era ormai compromessa: la pestilenza gli aveva ucciso due figli, la vittoria su Sparta era
                                             sempre più lontana. La morte gli fu dunque amica perché gli evitò molte amarezze. Gli evitò, so-
                                             prattutto, di assistere all’umiliante sconfitta di Atene.


                 DOC19
                  Platone, Gorgia, 515d-516a          dica, invece, l’esatto contrario, che da lui  opera sua, divennero buoni, proprio al ter-
                                                      sono stati corrotti. Quanto a me, sento di-  mine della sua vita, lo condannarono per
                  SOCRATE Ma allora, quando Pericle co-  re in giro che Pericle ha reso gli Ateniesi  peculato, e poco mancò che non gli dessero
                  minciò a tenere i suoi discorsi dinanzi al  oziosi, vili, chiacchieroni, avidi di quattri-  la pena di morte, evidentemente perché lo
                  popolo, gli Ateniesi erano peggiori di  ni, avendo introdotto per primo l’uso di  ritennero un corrotto.
                  quando pronunciò gli ultimi?        pagare i pubblici uffici .
                                                                         1
                  CALLICLE Forse.                     CALLICLE È dal gruppo degli «orecchi
                  SOCRATE Non «forse», ottimo amico, ma  rotti» che hai sentito dire queste cose, So-
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                  necessariamente, date le premesse conve-  crate!                         1. [®8.9].
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                  nute, se Pericle era davvero un buon poli-  SOCRATE Questo invece non lo so per sen-  rivavano a rompersi gli orecchi per indicare di essere
                  tico.                               tito dire, ma con certezza, e anche tu lo sai, e  esperti nel pugilato come gli Spartani.
                  CALLICLE Ebbene?                    cioè che in principio Pericle godeva ottima
                  SOCRATE Oh, nulla! Ma, in base a questo,  fama e che al tempo in cui erano peggiori gli
                  dimmi se fama sia che gli Ateniesi sono, per  Ateniesi non lo condannarono per nessuna  GUIDAALLALETTURA
                                                                                           1. Qual è l’opinione di Socrate riguardo all’opera
                  opera di Pericle, divenuti migliori, o non si  vergognosa colpa; mentre, poi, quando per  di Pericle?




                                             Proteste in teatro

                                             I temi trattati nelle tragedie attingevano soprattutto al vasto repertorio mitico dei Greci, anche se
                                             non mancavano rari casi di tragedie il cui argomento riguardava la storia recente, come I Persiani
                                             di Eschilo. Più liberi erano invece i contenuti della commedia, che riflettevano in modo diretto la
                                             realtà.
                                             Nelle rappresentazioni teatrali si aprivano dunque spazi importanti al dissenso politico: qui pote-
                                             vano liberamente esprimersi i nemici di Pericle e – cosa che nell’assemblea sarebbe stata impen-
                                             sabile – persino i critici della democrazia. Il dissenso delle piccole minoranze, che nell’assemblea

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