Page 230 - Profili di Storia
P. 230

P1_Modulo03b.qxp  22-02-2010  9:49  Pagina 215





                                                                                                Dossier
                                                                                        La cerchia di Pericle


                        lori della democrazia con quelli del pensiero e della creatività umana, il benessere economico e
                        quello morale. C’è invece chi lo ritiene il massimo responsabile della rovina di Atene, per aver lan-
                        ciato la città in una politica estera tanto aggressiva quanto sconsiderata.
                        In verità, nel progetto di Pericle, politica interna e politica estera andavano di pari passo, come in
                        una specie di reazione a catena: il benessere dei cittadini ateniesi è legato alla potenza della loro
                        polis; la potenza di Atene risiede nella flotta; il rafforzamento della flotta chiama alle armi larghi
                        strati della cittadinanza; il servizio militare svolto nell’arma più importante comporta l’accesso ai
                        pieni diritti politici; l’allargamento di questi ultimi si esprime in un consolidamento della demo-
                        crazia; una flotta agguerrita e imponente deve dominare i mari e controllare le vie commerciali; le
                        altre città, soffocate e umiliate, si coalizzano e reagiscono: è la guerra.
                        Il giudizio degli antichi fu generalmente favorevole alla figura di Pericle. Tucidide insiste sul fat-
                        to che Pericle era incorruttibile, che il suo prestigio indiscusso lo rendeva libero di esprimersi, e
                        che gli Ateniesi persero la guerra unicamente perché si allontanarono dalla sua politica. Anche
                        l’affermazione finale (il prestigio di Pericle limitava la democrazia) ha un valore positivo, perché
                        secondo Tucidide il popolo va guidato e non lasciato arbitro assoluto di se stesso.



                        DOC17
                         Tucidide, La guerra del Peloponneso, II, 65  cerca di personali vantaggi, altre iniziative,  degli altri cittadini anche andando incontro
                                                             che apparivano del tutto estranee alla guer-  a reazioni irate.
                         Per tutto il tempo che fu a capo della città  ra  ed  ebbero  un  esito  negativo  per  loro  Così, quando si accorgeva che quelli si ab-
                         in periodo di pace, governò sempre con  stessi e per i loro alleati: si trattò di inizati-  bandonavano intempestivamente ad una
                         moderazione e garantì la sicurezza dello  ve che, finché ebbero successo, furono  sconsiderata baldanza, li colpiva con le sue
                         Stato, che sotto di lui raggiunse il massimo  piuttosto fonte di onori e di guadagni per i  parole, portandoli allo sgomento,  per ri-
                         splendore; quando poi scoppiò la guerra, è  privati, ma, quando poi si risolsero in un  condurli poi ad uno stato d’animo di rin-
                         chiaro  che  seppe  calcolarne  preventiva-  fallimento, rappresentarono per la città un  novato coraggio se li vedeva preda di una
                         mente la portata.                   danno in relazione alla guerra .     paura irrazionale. Di nome era una demo-
                                                                                     1
                         Visse ancora per due anni e sei mesi; e fu  La ragione era che egli, personaggio poten-  crazia, di fatto però il potere era nelle ma-
                         dopo la sua morte che le previsioni da lui  te per prestigio e lucida capacità di giudizio,  ni del primo cittadino.
                         formulate circa la guerra vennero compre-  nonché assolutamente trasparente nella sua
                         se appieno, giacché agli Ateniesi aveva det-  incorruttibilità, reggeva saldamente il po-
                         to che, se fossero rimasti tranquilli, se aves-  polo, senza però violarne la libertà, e non si
                         sero provveduto alla flotta, se non avesse-  faceva guidare da esso, ma era lui piuttosto  1. Tucidide pensa soprattutto alla disastrosa spedi-
                         ro accresciuto i loro domini per tutta la du-  a fargli da guida, poiché non cercava di con-  zione in Sicilia, che segnò la rovina di Atene [®9.3].
                         rata della guerra, e non avessero fatto cor-  seguire il potere con mezzi impropri, e per-
                         rere rischi alla città, la vittoria sarebbe sta-  tanto non era costretto a parlare per fare  GUIDAALLALETTURA
                         ta loro; ma quelli non solo fecero il contra-  piacere al suo uditorio: il suo potere si fon-  1. Quali sono i motivi per cui Atene perse la
                                                                                                  guerra, secondo Tucidide?
                         rio di tutto ciò, ma nel governo della città  dava sull’alta considerazione di cui godeva,  2. Quali sono i meriti di Pericle nel governo di
                         presero, per ambizioni personali e alla ri-  ed egli poteva quindi contrastare le vedute  Atene, sempre secondo Tucidide?





                        Giudizi su Pericle.Il potere della parola
                        Gli autori antichi sono concordi nell’affermare che il prestigio di Pericle si basava in larga parte
                        sulle sue eccezionali doti di oratore. In una democrazia diretta, dove la discussione pubblica ave-
                        va grande importanza, il potere della parola era spesso decisivo.


                        DOC18
                         Eupoli, frammento 4                 oratori. Era pronto di parola, ma la rapidità
                                                             non era tutto. Insita nelle sue labbra era una
                         Fu l’oratore più vigoroso del mondo: quan-  forza di persuasione che ci incantava, ed
                         do si faceva avanti, come un campione di  egli solo fra gli oratori lasciava dietro di sé  GUIDAALLALETTURA
                                                                                                  1. Qual era la più grande virtù di Pericle, secondo
                         corsa, vinceva in eloquenza tutti gli altri  un aculeo in chi lo ascoltava.  Eupoli?


                                                                                                                                215
   225   226   227   228   229   230   231   232   233   234   235