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DOSSIER Il mestiere
di spia
Esistevano le spie n quello che potrebbe definirsi «l’ambito dello spionaggio» molti sono gli esempi riconducibili
Ialla sfera dell’inganno, del tranello, dello stratagemma in Grecia. Già in Omero un intero libro
nella Grecia
classica? dell’Iliade, la cosiddetta Dolonia, è dedicato a una storia di spionaggio: le spie del campo greco,
Diomede e Odisseo, incontrano accidentalmente una spia del campo troiano, Dolone, che sarà co-
stretto a rivelare informazioni preziose sui Troiani [®DOC6].
I racconti riferiti allo spionaggio che Erodoto raccoglie sono in gran parte riconducibili alle vicen-
de dell’impero persiano, e in particolare alla necessità dei suoi sovrani di esercitare un controllo ca-
pillare sui vasti territori imperiali. Ad esempio, il re Deioce pur vivendo asserragliato nel suo pa-
lazzo a Ectabana dispone di «occhi ed orecchi» che gli consentono di esercitare un efficace con-
trollo sull’intera regione da lui governata [®DOC7].Inoltre in più luoghi della sua opera Erodoto in-
dugia sulla descrizione di metodi per comunicare segretamente [®DOC8, 9 e 10]. Anche Se-
nofonte, storico greco vissuto a cavallo tra V e IV sec. a.C., e Diodoro Siculo, che visse nel I sec. a.C.,
si soffermano sulle qualità delle comunicazioni dell’impero persiano, indispensabili per ricevere il
prima possibile informazioni utili [®DOC11 e 12].
Lo scontro delle spie
Nel decimo libro dell’Iliade, in un momento della guerra in cui i Greci versano in gravi difficoltà,
è descritto un episodio di genere «spionistico». Nel campo greco sono stati accuratamente scelti
due eroi con il compito di infiltrarsi nel campo troiano per spiare le mosse del nemico: i prescel-
ti sono Diomede, famoso per la sua forza, e Odisseo, rinomato per la sua astuzia. Contempora-
neamente, nel campo troiano Dolone, caratterizzato da Omero per il suo brutto aspetto, si offre
di recarsi nel campo nemico per spiare le intenzioni dei Greci. Le spie dei due accampamenti si
scontrano: hanno la meglio i Greci che riescono a estorcere al Troiano i movimenti e le posizioni
dei nemici.
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Omero, Iliade, vv. 203-217; 314-327; 332-348 Costui disse allora parola ad Ettore e ai Teucri:
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«Ettore, me spinge il cuore e il petto superbo
E cominciò a dire tra loro Nestore il cavaliere gerenio : a giungere fino alle navi rapide e spiare!
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«Amici, nessun eroe ha tanta fiducia nel suo Ma su, tendi lo scettro verso di me, giurami
cuore audace, che fra i Troiani magnanimi che mi darai quei cavalli e il carro adorno di bronzo,
vada? se mai potesse afferrare un nemico, quelli che portano il Pelide perfetto;
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se udisse qualche discorso in mezzo ai Troiani, ti sarò spia non vana né contro il tuo desiderio.
che cosa van meditando fra loro, se bramano Andrò per il campo, diritto, fino che giunga
rimanere qui fuori, presso le navi, o in città alla nave d’Agamennone; là certo i capi
torneranno di nuovo, ora che han vinto gli Achei. terranno consiglio, se fuggire o combattere».
Tutto questo dovrebbe cercar di sapere e tornare fra noi [...] Disse così e vano giurò; pure gli diede entusiasmo.
sano e salvo; sarebbe gran gloria per lui sotto il cielo Subito gettò l’arco ricurvo intorno alle spalle,
presso gli uomini tutti, e avrebbe premio bellissimo: si mise indosso la pelle d’un lupo canuto
quanti sono gli eroi che alle navi comandano, e in testa un casco di donnola, prese l’acuto dardo
tutti e ognuno daranno a lui una pecora nera, e mosse fuori del campo per andare alle navi. Ma non doveva,
femmina, con l’agnello: non v’è premio simile a questo.
E sempre nei banchetti e nei festini avrà parte».
[...] 1. Re di Pilo. Partecipò alla spedizione contro Troia ormai vecchio, ma divenne fa-
Ma v’era fra i Teucri un tale Dolone , figliolo d’Eumède moso per i saggi consigli dati al capo della spedizione Agamennone.
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araldo divino, ricco d’oro, ricco di bronzo; 2. Il secondo «brutto» dell’Iliade dopo Tersite.
e questi era brutto d’aspetto, veloce di piedi, 3. Primogenito del re di Troia Priamo. Fu il più forte dei soldati troiani.
ed era il solo maschio fra cinque sorelle. 4. Achille era anche chiamato Pelide perché figlio di Peleo.
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