Page 165 - Profili di Storia
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Unità 6
La Grecia delle poleis
già prima la mia preghiera ascoltasti Ma quando la voglia di cibo e bevanda cacciarono,
dandomi onore, e molto colpisti l’esercito degli Achei; i giovani coronarono di vino i crateri,
ora di nuovo, dunque, compimi questo voto: ne distribuirono a tutti, versandolo in coppe, a libare;
ormai lontano dai Danai respingi il flagello umiliante!». dunque essi tutto il giorno placarono il dio con il canto,
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Diceva così pregando, e Febo Apollo lo udì. un bel peana intonando, i giovani degli Achei,
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E dopo che pregarono, gettarono i chicchi d’orzo, cantando il Liberatore; godeva egli in cuore sentendo.
trassero indietro le teste, sgozzarono, scuoiarono;
tagliarono poi le cosce, le avvolsero intorno di grasso,
rilegandolo e sopra le primizie disposero 4. Danai erano detti gli abitanti di Argo, città del Peloponneso, fondata dal re Da-
sulle cataste il vecchio li ardeva e vino lucente nao che vi si era trasferito con le cinquanta figlie; per estensione indica tutti gli Achei.
versava sopra; i giovani intorno avevano forche tra mano. 5. Apollo era detto anche Febo, un nome che significava sia «puro» sia «terrificante».
E quando le cosce furono arse, mangiarono i visceri; 6. Canto in onore di Apollo, nella sua veste di liberatore da tutti i mali e pestilen-
fecero il resto a pezzi, li infilarono su spiedi, ze.
li arrostirono con cura, poi tutto ritolsero.
E quando finirono l’opera ed ebbero pronto il banchetto, GUIDAALLALETTURA
mangiarono, e il cuor non sentiva mancanza di parte abbondante. 1. In che modo Crise cerca di placare l’ira del dio Apollo?
Meglio ultimo dei vivi che primo dei morti
Secondo i Greci, l’aldilà non riservava ai mortali né ricompense né punizioni. Tutte le anime dei
defunti erano accolte nell’oltretomba, immaginato come un mondo triste e tenebroso. Punizioni
e ricompense venivano sì dispensate dalle divinità, ma solo in questo mondo, attribuendo ad al-
cuni esseri umani benessere e felicità, ad altri l’infelicità (ma la punizione divina poteva abbatter-
si anche sui discendenti dei «colpevoli»). Dopo aver compiuto un sacrificio presso una cavità del
suolo indicatagli da Circe, Odisseo entra in contatto con le anime della madre e degli amici mor-
ti. Gli abitanti della «casa di Ade» sono tutte anime dolenti, e tutte rimpiangono la vita terrena.
Achille non ha dubbi: preferirebbe essere il più misero dei mortali che il re dei morti.
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Omero, Odissea, XI, 210-223; 482-491 prima da vivo t’onoravamo come gli dèi
noi Argivi , e adesso tu signoreggi tra i morti,
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L’incontro con la madre quaggiù; perciò d’esser morto non t’affliggere, Achille».
Io dicevo così: e subito rispondendomi disse:
«Madre mia, perché fuggi mentre voglio abbracciarti, «Non lodarmi la morte, splendido Odisseo.
che anche nell’Ade, buttandoci al collo le braccia, Vorrei esser bifolco, servire un padrone,
tutti e due ci saziamo di gelido pianto? un diseredato, che non avesse ricchezza,
o questo è un fantasma che la lucente Persefone 1 piuttosto che dominare su tutte l’ombre consunte».
manda perché io soffra e singhiozzi di più?».
Così dicevo e subito mi rispondeva la madre sovrana:
«Ahi figlio mio, fra gli uomini tutti il più misero...
non t’inganna Persefone figlia di Zeus;
questa è la sorte degli uomini, quando uno muore:
i nervi non reggono più l’ossa e la carne,
ma la forza gagliarda del fuoco fiammante 2
li annienta, dopo che l’ossa bianche ha lasciato la vita; 1. La moglie di Ade, regina dell’oltretomba.
e l’anima, come un sogno fuggendone, vaga volando. 2. Il fuoco usato per cremare il corpo dei defunti.
Ma tu cerca al più presto la luce». 3. Gli Achei [®Unità 6, DOC12, nota 4].
L’incontro con Achille
GUIDAALLALETTURA
«Ma di te, Achille, 1. Con quali sembianze viene rappresentata la madre di Odisseo?
nessun eroe, né prima, né poi, più felice: 2. Quale desiderio anima Achille, il re dei morti?
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