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Modulo 3
Il mondo greco
2. La società spartana
Cittadini di pieno diritto: gli spartiati A Sparta il numero dei cittadini, detti spartiati,
era – come abbiamo appena visto – estremamente esiguo rispetto al numero, assai più
grande, degli abitanti assoggettati della Laconia e della Messenia. All’inizio sembra che
† Un oplita spartano,
500 a.C. ca. esso fosse fissato in 9000, ma la cifra andò diminuendo progressivamente nei secoli. Era
[disegno di P. Connolly] spiccato, tra gli spartiati, il senso della parità, e con viva fierezza essi amavano definirsi
L’armatura di un guerriero spartano come gli «uguali». Questo ideale si mantenne molto forte e servì a tenere unita la comu-
comprendeva un elmo di tipo
corinzio che poteva essere nità per numerosi secoli.
abbassato sul volto per proteggerlo, Nella Sparta arcaica, i cittadini avevano la compattezza di un gruppo ereditario, che vi-
una corazza e dei gambali che
coprivano anche le ginocchia. Le veva in funzione della polis. La loro unica attività consisteva dunque nel-
armi a sua disposizione erano una l’addestramento militare, che ne faceva dei veri soldati professionisti, e nel-
lancia e una spada. Ciò che
distingueva l’oplita spartano dagli la partecipazione alla vita politica e religiosa della città. La vita di famiglia
altri guerrieri greci era senz’altro il era ridotta ai minimi termini.
mantello di un rosso scarlatto,
divenuto nei secoli l’emblema degli Fin dalla nascita, il futuro cittadino dipendeva dalla volontà della polis: era-
spartiati. no i rappresentanti dello Stato, e non la famiglia, a decidere se egli avesse di-
ritto a vivere o dovesse essere soppresso (per esempio per qualche malforma-
zione). Ad appena sette anni il bambino veniva sottratto alla madre e fino al ven-
tesimo anno era affidato alle cure della polis, che provvedeva a farne, con un du-
rissimo addestramento, un ottimo soldato, interamente consacrato agli interessi
della patria.
Il cittadino spartano doveva essere anzitutto un guerriero e, come tale, doveva pos-
sedere, oltre alla prestanza e all’efficienza fisica, alcuni altri importanti requisiti: l’a-
bilità nell’uso delle armi, la disciplina, il coordinamento perfetto con i compagni nel-
le manovre sincroniche dello schieramento oplitico.
Gli iloti e i perieci Un sistema come quello spartano, in cui i cittadini si de-
dicavano esclusivamente alle attività militari e politiche, poteva sopravvivere e
funzionare solo se qualcun altro si occupava delle attività produttive. Questo
compito era svolto, in posizione subordinata, dagli iloti. Gli iloti erano pro-
babilmente i discendenti delle popolazioni locali – Messeni e Laconi – sotto-
messe dagli Spartani. Il significato del loro nome è incerto: forse voleva dire
«i prigionieri».
Gli iloti erano una specie di schiavi di proprietà della polis, assegnati ai sin-
goli spartiati, dei quali coltivavano le terre. Non avevano alcun diritto politico
ma potevano trattenere metà del raccolto, conservavano legami familiari e vi-
vevano in piccoli nuclei. Gli iloti erano quindi un gruppo etnicamente compat-
to e questo li rendeva molto pericolosi. Per tale motivo gli Spartani esercitava-
no su di loro un controllo ferreo, basato sul terrore.
Un altro elemento costitutivo della società spartana era rappresentato dai pe-
rieci, letteralmente «coloro che abitano intorno». Erano genti di origine dorica
come gli Spartani, che però non avevano preso parte al processo di formazione
della polis ed erano quindi rimasti in una posizione marginale. Vivevano in un
centinaio di agglomerati periferici, situati soprattutto lungo le coste. Erano sot-
toposti a obblighi militari ma non prendevano parte alla vita politica. Quella dei
perieci era dunque una posizione intermedia tra gli spartiati e gli iloti.
Progressiva chiusura Malgrado fosse una città povera di monumenti, la Spar-
ta arcaica fu una città culturalmente vivace e aperta agli influssi più vari. Ma la
necessità di tenere compatto il gruppo degli spartiati in uno stato di guerra
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