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Unità 6
La Grecia delle poleis
ti, le fondazioni di Zankle (chiamata poi Messina) e di Reggio, che controllavano le due ceto
Insieme di cittadini accomunati dalla
sponde dello Stretto di Messina, di Nasso, Leontini e Catania nella Sicilia orientale. Co- medesima condizione sociale ed
rinto promosse la fondazione di Siracusa (733 a.C.), destinata a diventare qualche secolo economica.
dopo la più fiorente città del mondo greco; Cretesi e Rodii diedero vita a Gela (688 a.C.),
nella Sicilia meridionale, la quale fondò a sua volta, nel 580 a.C. Agrigento. Subito dopo
l’avvio di questa migrazione verso Occidente partì l’ondata colonizzatrice verso Oriente. tradizione
Parità economica Sbarcati nel luogo prescelto, i coloni vi trasferivano il focolare del- Dal latino tradere, «tramandare»,
insegnamento o sapere trasmesso
la «città-madre» (in greco metròpolis), fondavano il santuario delle divinità predilette, e all’interno di gruppi, famiglie,
soprattutto procedevano alla ripartizione delle terre su basi di uguaglianza, che poneva- società.
no i coloni in una condizione di sostanziale parità economica.
Ma questa uguaglianza economica non si manteneva a lungo: dopo i primi coloni ne ar-
rivavano infatti altri, che andavano necessariamente a occupare le terre meno fertili, e co-
stituivano un ceto di livello inferiore. Ben presto anche le colonie ebbero i loro ricchi e i † Cratere bronzeo,
seconda metà del VI sec. a.C.
loro poveri. [Museo di Châtillon-sur-Seine,
Questa esigenza di uguaglianza è attestata dalla tradizione antica, che colloca nel mondo Francia]
delle colonie la prima redazione (VII-VI sec. a.C.) di leggi scritte: un’iniziativa che eli- Rinvenuto in una tomba principesca
a Vix (Borgogna, Francia), questo
minava le ingiustizie di un diritto trasmesso oralmente, del quale erano uniche custodi le cratere in bronzo di grandi
grandi famiglie aristocratiche. dimensioni (1,64 m) documenta la
penetrazione in Europa di oggetti di
Rapporti con la madrepatria Quella che noi chiamiamo «colonia» i Greci la chiamava- produzione magnogreca. Si ritiene
che questo manufatto,
no apoikìa, letteralmente «emigrazione, allontanamento da casa». La nuova polis fondata probabilmente realizzato a Locri, sia
dai coloni manteneva spesso rapporti stretti con la madrepatria, soprattutto di carattere giunto in Borgogna attraverso la
valle del Rodano, grazie alla
commerciale, e forti legami culturali: la comunanza del dialetto, il rapporto privilegiato con mediazione di mercanti di Marsiglia.
alcune divinità, la memoria di un passato comune.
Ma per il resto l’apoikìa era, in tutto e per tutto,
una comunità indipendente, che poteva, a sua
volta, fondare colonie.
Coloni e indigeni Quando gli spazi prescelti
per la fondazione della nuova colonia erano disa-
bitati, l’insediamento si radicava in modo pacifi-
co e la penetrazione economica e culturale nei ter-
ritori circostanti si svolgeva gradualmente e senza
ostacoli. Quando invece i territori, come spesso capi-
tava, erano abitati da comunità locali, i nuovi arrivati
mettevano in atto forme di occupazione militare. Gli
indigeni vinti in battaglia venivano sottomessi, ridotti
in servitù e impiegati nel lavoro dei campi. L’occupazio-
ne greca talvolta provocava anche un arretramento delle
popolazioni locali non sottomesse. Superato il trauma ini-
ziale, si stabilivano tra i coloni greci e gli indigeni ritiratisi
nell’entroterra rapporti economici e culturali.
A favorire la penetrazione greca hanno contribuito pure i matri-
moni misti, quelli cioè tra coloni e donne appartenenti alle popo-
lazioni indigene. Questo fenomeno era pressoché inevitabile perché è
molto probabile che le spedizioni fossero quasi esclusivamente com-
poste da uomini.
Saturazione del fenomeno Lo slancio prorompente del movi-
mento migratorio fu tuttavia frenato, nel VI sec. a.C., dagli sbarra-
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