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Unità 6
La Grecia delle poleis
Gli dèi e l’oltretomba Il pantheon dei Greci era molto affollato, ma gli dèi principali pantheon
erano dodici, ognuno caratterizzato da una prerogativa dominante: Zeus, re degli dèi e Il termine indica sia l’edificio sacro
dedicato al culto di tutti gli dèi, sia
garante dell’ordine del mondo; Era, sua sposa; Poseidone, signore del mare; Atena, dea l’insieme di tutte le divinità.
della sapienza e protettrice delle attività artigianali; Apollo, dio solare che tutelava la mu-
sica e la poesia; Afrodite, dea dell’amore; Ares, signore delle battaglie; Artemide, dea dei
boschi, della caccia e protettrice delle fanciulle; Demètra, signora delle messi e dei rac-
colti; Diòniso, dio del vino; Efesto, signore della tecnica; Ermes, dio messaggero, garan-
te delle comunicazioni tra gli uomini.
Adorare questi dèi, rispettarli, temerli e amarli non apriva le porte di nessun paradiso. Tut-
te le anime dei defunti erano raccolte in un oltretomba, l’Ade, immaginato come un mon-
do triste e tenebroso. Punizioni e ricompense venivano sì dispensate dalle divinità, ma in
questo mondo, attribuendo ad alcuni esseri umani benessere e felicità, ad altri l’infelicità.
Il sacro era dovunque Ogni polis aveva un rapporto privilegiato con una o più divi-
nità protettrici – Atena lo era di Atene, Artemide di Efeso, Apollo di Corinto, e così via
– dalle quali dipendevano le sorti della comunità: esse erano oggetto di una venerazione
particolare nella quale si riconosceva la comunità intera. Elementi di sacralità erano pre-
senti non solo negli spazi della religione pubblica, ma in quasi tutti gli atti della vita quo- † Zeus rapisce Ganimede
tidiana. Sacro, per esempio, era il focolare domestico, dove la famiglia si riuniva per con- [Museo Archeologico, Olimpia]
† Eracle lotta con Gerione
[Bibliothèque Nationale, Parigi]
La terracotta policroma (a destra) del V sec. a.C. documenta l’episodio mitico secondo il quale Zeus,
invaghitosi del bellissimo fanciullo Ganimede, lo rapisce per farne il coppiere degli dèi sull’Olimpo. I
Greci attribuivano agli dèi, e quindi anche a Zeus, il più potente fra essi, sentimenti, desideri e
debolezze tipiche degli uomini. Gli esseri celesti, inoltre, non disdegnavano l’unione con il genere
umano, tanto da generare figli per metà uomini e per metà dèi: fra questi Eracle. Figlio di Zeus e di
una mortale, Eracle, preso da follia, uccide la sua donna e i suoi figli. Per riscattarsi dal crimine
commesso, è costretto dagli dèi ad affrontare le «dodici fatiche». Superate le dodici ardue prove,
l’eroe viene ammesso sull’Olimpo fra gli altri dèi.
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