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Modulo 3
Il mondo greco
LINK p.147 sumare i pasti. Vi presiedeva Estìa, la divinità che garantiva la continuità della famiglia e
La vita quotidiana degli dèi il benessere dei genitori e della prole. Sacri erano considerati eventi come il matrimonio,
greci
la nascita, la morte. Anche al di fuori della città e delle pareti domestiche, i luoghi segna-
ti dalla presenza del divino erano innumerevoli: foreste, sorgenti, grotte, montagne. L’in-
contro tra i mortali e gli immortali poteva avvenire ovunque.
La religione greca non aveva «libri sacri» come la Bibbia ebraica, non aveva profeti come
quelli d’Israele che rivelassero per bocca loro l’autentica volontà del Signore, e non esi-
steva nemmeno una «verità» consacrata in una sistematica dottrina religiosa. Di conse-
guenza, i Greci non avevano bisogno di sacerdoti professionisti e specializzati: le funzio-
ni sacerdotali erano teoricamente accessibili a qualsiasi cittadino ed erano svolte spesso
per un tempo limitato.
La città e i suoi riti Per i Greci, la religiosità si esprimeva soprattutto nell’osservanza
dei riti: l’uomo pio e devoto era colui che manifestava rispetto per gli dèi tributando lo-
ro i sacrifici e tutte le altre necessarie cerimonie di culto. Il rito era pertanto l’atto con cui
† Scena di sacrificio,
VII sec. a.C. si cementava il buon rapporto tra l’individuo e le divinità. Il rito era anche uno dei mo-
[da Pitsà, Museo Nazionale, Atene]
menti in cui la comunità cittadina si ritrovava insieme e si riconosceva in una religione co-
Uno dei momenti più tipici del rituale
religioso greco è sicuramente la mune: non a caso i riti religiosi si accompagnavano spesso non solo alle principali attività
processione sacrificale. La figura politiche, ma anche alle feste, ai giochi, alle danze. In questi riti assumeva particolare ri-
rappresenta un sacerdote che, alla
testa di un corteo si dirige verso lievo il sacrificio di animali, cui seguiva un banchetto al quale uomini e dèi partecipava-
l’altare sacrificale. Lo seguono un no insieme.
fanciullo che porta al laccio un
agnello, la vittima del sacrificio, e Una religiosità parallela Accanto alla religiosità collettiva convivevano esperienze re-
due giovani che offrono
l’accompagnamento musicale ligiose più intime e individuali, i cosiddetti misteri (i più noti erano quelli di Eleusi, con-
suonando una lira e un aulòs (il nessi al mito di Demetra e di Persèfone). Il termine deriva da my`stes, «iniziato», e indi-
doppio flauto). Dopo avere bruciato
parte dei visceri, delle ossa e del cava quindi un’esperienza religiosa segreta, sulla quale i partecipanti erano tenuti a man-
grasso dell’animale immolato, il tenere un rigoroso silenzio (proprio per questo la nostra informazione sul fenomeno è
sacerdote distribuiva il resto delle
carni ai presenti. molto scarsa). Per essere ammessi a un mistero non erano necessari requisiti particolari.
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